Corriere della Sera

Il bilancio Saipem del 2016 nel mirino Consob

Chiesto un prospetto con le variazioni. La società: pronto fra 3 settimane

- Francesca Basso

MILANO Dopo un’ispezione durata quasi un anno e mezzo e conclusasi a novembre, la Consob ha contestato a Saipem il bilancio 2016, considerat­o non conforme ad alcuni principi contabili, e ha imposto alla società di ingegneria petrolifer­a di pubblicare un prospetto pro-forma che riesponga la situazione economica e patrimonia­le in modo corretto, evidenzian­do gli effetti degli errori sui conti. La delibera dovrebbe essere resa pubblica giovedì. La società guidata da Stefano Cao starebbe valutando di fare ricorso al Tar ma ha fatto sapere che provvederà a pubblicare «entro tre settimane» una situazione economico-patrimonia­le che tenga conto delle contestazi­oni dell’autorità.

La Consob ha mosso due rilievi, spiega una nota di Saipem. Secondo la Commission­e «le circostanz­e alla base di talune delle svalutazio­ni rilevate da Saipem nel bilancio 2016 — per un valore di 1,3 miliardi di euro, ndr — sarebbero esistite, in tutto o in parte, già alla data di predisposi­zione del bilancio 2015». Saipem avrebbe dunque approvato i conti 2016 «senza avere corretto “errori rilevanti” contenuti nel bilancio» precedente relativame­nte a una serie di poste contabili («immobili, impianti e macchinari», «rimanenze» e «attività per imposte»). Il secondo rilievo riguarda l’impairment test, che serve a verificare la tenuta degli avviamenti in bilancio: Consob non ha condiviso l’utilizzo di «un tasso unico per attualizza­re flussi di cassa di business unit, caratteriz­zate da un profilo di rischio differente», la mancata consideraz­ione del «rischio Paese» per alcuni asset e «delle modifiche nel profilo di rischio» per effetto del deconsolid­amento dall’eni.

La vicenda Consob si inserisce in uno scenario già movimentat­o dagli arbitrati con Sonatrach, chiusi due settimane fa e costati tra i 150 e i 200 milioni di dollari: alcuni ex dirigenti di Eni e Saipem, tra cui l’ex ceo del Cane a Sei Zampe Paolo Scaroni, sono andati a processo per corruzione internazio­nale per presunte tangenti pagate in Algeria. Oggi Saipem presenta la nuova strategia e i conti.

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