Una «Dedica» all’esilio: Atiq Rahimi è la stella
L’oppressione, il dolore, la violenza, la condizione della donna, la guerra. Sono alcuni dei temi al centro delle opere di Atiq Rahimi (Kabul, 1962), scrittore, fotografo e regista franco– afghano a cui è intitolata la 24ª edizione di «Dedica» festival di Pordenone, da sabato 10 fino al 17 marzo.
La manifestazione di approfondimento, ideata e curata da Thesis Associazione Culturale con la direzione artistica di Claudio Cattaruzza, dedica ogni anno un percorso a un’unica figura di spicco della letteratura internazionale, presentandola al pubblico attraverso punti di vista differenti: conversazioni, interviste, cinema, musica.
La fama di Rahimi arriva con Terra e cenere (Einaudi), romanzo scritto in dari, la lingua persiana dell’afghanistan, che diventa subito un bestseller internazionale (a cui segue una trasposizione cinematografica), mentre del 2008 è il prestigioso Goncourt vinto con Pietre di pazienza (Einaudi).
Dieci incontri presenteranno lo scrittore a «Dedica», tra concerti, letture e proiezioni cinematografiche. Rahimi apre la dieci giorni sabato 10 (16.30), in dialogo con Fabio Gambaro; domenica 11 segue l’inaugurazione della mostra fotografica L’immagine del ritorno, mentre martedì 13 (20.45) Rahimi presenta il suo nuovo libro, Grammatica di un esilio (Bottega errante) insieme a Paolo Di Paolo. Allo scrittore sarà consegnato anche il Premio Crédit Agricole Friuladria, Una vita per la Scrittura e, tra i vari appuntamenti, previsti anche due percorsi laboratoriali per bambini e ragazzi (organizzati dall’associazione 0432), per educare alla lettura e alla scoperta della cultura afghana, con racconti e fiabe tradizionali.
L’opera di Rahimi porta a «Dedica» un messaggio universale, che parte dalla storia del suo Paese d’origine ma racconta l’orgoglio, e la speranza, di tanti popoli.