Fra strategia e tensione Il bivio europeo della Juventus
Se la calma è la virtù dei forti, Massimiliano Allegri è uno degli allenatori migliori d’europa, anche da questo punto di vista. Ma proprio l’europa a volte lo fa innervosire. È successo almeno un paio di volte quest’anno, nelle ultime due partite di Champions giocate dai bianconeri: ad Atene contro l’olympiacos e a Torino contro il Tottenham. Nel primo caso Allegri ha fatto una filippica ai tifosi juventini e al loro ormai atavico pessimismo, che finisce per svilire l’eccezionale cammino europeo degli ultimi anni: «In finale non si gioca mica col Gasalguidi» è la frase sarcastica con cui l’allenatore ha sintetizzato il suo pensiero.
Dopo il 2-2 con gli inglesi invece, irritato per la rimonta sul 2-0, Max ha risposto a una domanda innocua con un sermone ancora più accorato e rivolto a tutto l’ambiente, il cui concetto chiave è «non si può andare in finale tutti gli anni». Però domani in ballo c’è il passaggio ai quarti, non alla finale. E uscire agli ottavi — per giunta contro un collega emergente come Pochettino, candidato alla prossima panchina del Real, una delle poche per cui Max lascerebbe la Juve — sarebbe un fallimento, per quanto piccolo dopo due finali raggiunte in tre anni, per una società che si è posta l’obiettivo di arrivare regolarmente tra le prime 8.
Ma, come è ovvio, Allegri pensa soprattutto alla strategia per uscire da Wembley con la qualificazione in tasca, dopo l’ennesima prova di spessore in trasferta di una squadra che si è espressa meglio soprattutto quando ha dovuto giocare di rimessa. Se recupererà Higuain, che ha effettuato solo ieri il primo allenamento completo con la squadra dopo due settimane, Max potrebbe anche presentare una Juve stile San Paolo: contro il Napoli, in un’altra partita senza paracadute (i bianconeri rischiavano di andare a 7 punti) chiuse difesa e centrocampo (a 3) a doppia mandata, puntando tutto sulle ripartenze. Se domani potrà farlo col Pipita, come in quella occasione, ancora meglio. Altrimenti ci proverà lo stesso, senza perdere la calma.