Corriere della Sera

M5S e Lega puntano sulla crisi Pd

Al via le manovre per il futuro governo. Renzi ai suoi: chi vuole appoggiare i Cinque Stelle lo dica in direzione Di Maio: parliamo con tutti. Salvini: c’è interesse a sinistra. I dem spaccati, Calenda si iscrive

- Paola Di Caro

Il Pd è in crisi. Non ha raggiunto il 19 per cento. E il segretario Matteo Renzi si è «dimesso» ma lascerà «solo dopo la formazione del nuovo governo». Ecco, appunto, il problema dell’italia in questo momento: la formazione del nuovo esecutivo. Le elezioni hanno consegnato un Parlamento spaccato, mettere insieme i pezzi del puzzle non è semplice. Il pentastell­ato Di Maio: pronti a parlare con tutti. Il leghista Salvini: c’è interesse a sinistra. Renzi cerca di evitare fughe in avanti: chi nel partito vuole appoggiare i Cinque Stelle lo dica in direzione. E il ministro Carlo Calenda: «Il partito va risollevat­o, mi iscrivo».

ROMA Matteo Salvini parla quasi da premier incaricato: «Ho fatto una campagna elettorale in lungo e in largo per Salvini premier, ci hanno dato come centrodest­ra 12 milioni di voti, 5 alla Lega e poi mi dicono, cosa fai, ti scansi?». No, non si scansa affatto il leader del Carroccio: «Se ci chiamano, siamo pronti a lavorare da domani».

In che modo dovrebbero arrivare gli oltre 50 voti che mancano alla sua coalizione per governare non è chiaro. Ma è evidente che Salvini è disposto a guardare anche in direzione della sinistra che i voti li avrebbe per far nascere un governo. «In questa fase — dice in un’intervista al Corriere Veneto — ho il dovere di ascoltare tutti: anche il Pd, anche la Boldrini, se serve all’italia». Non i grillini: «Mai nella vita, quella dell’alleanza Lega-m5s è una fake news. No. Io rispetto il voto a loro perché l’elettore ha sempre ragione. Però è un voto di assistenza, pauperista. Io e Di Maio abbiamo due idee di Italia diverse: per lui è l’assistenzi­alismo del reddito di cittadinan­za; per me il rilancio e lo sviluppo della flat tax».

E però, Salvini esclude larghe intese: «Di un accordo di governo, di partito, non se ne parla proprio, neanche col Pd. Poi chiaro, io ho un mio programma, sono a capo del partito che guida la coalizione più votata dal Paese, ho l’aspirazion­e di diventare premier. Ho il dovere di ascoltare tutti, scherziamo? Abolizione della legge Fornero, tassa unica al 15%, legittima difesa, stop all’immigrazio­ne: chi ci sta, ci sta». Insomma, il tentativo andrà fatto: «Renzi paga la sua arroganza. Peccato, perché c’è una tradizione di sinistra che non vota o che guarda alla Lega, e cercheremo di raccoglier­e queste forze».

Ad Arcore però, dove si è riunito con il leader tutto lo stato maggiore del partito, si fanno discorsi più complessi. La situazione è bloccata, è il ragionamen­to, ed è bene muoversi senza fare accelerazi­oni. Il primo passaggio sarà quello dell’elezione dei presidenti delle Camere, che potrebbe essere il viatico di una possibile maggioranz­a, ma ancora bisogna capire «chi guiderà il Pd, se si spaccherà tra sostenitor­i di un’intesa con i grillini da una parte e Renzi dall’altra, se il capo dello Stato darà loro l’incarico per tentare un accordo tra M5S e Pd» che, ritengono Berlusconi e i suoi, «sarebbe la morte del Pd».

Qualora questa strada fallisse, ragionano in FI, la palla passerebbe al centrodest­ra. E si aprirebber­o scenari del tutto nuovi. Magari Salvini non riuscirebb­e a chiudere un accordo col Pd o una sua parte, ma un forzista più moderato invece potrebbe riuscirci.

Anche per questo, pur confermand­o che la delegazion­e del centrodest­ra andrà unita al Quirinale, da FI rimarcano come stia già partendo un processo di rafforzame­nto e rilancio del partito, che non smobilita affatto e non è così debole come si dice: «Abbiamo il secondo gruppo al Senato dopo il M5S, siamo più dei leghisti...». E se non è un avvertimen­to, ci somiglia.

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 ??  ?? Palazzo Lombardia Matteo Salvini, 44 anni, ieri a Milano davanti alla Regione con Roberto Maroni, 62, e Attilio Fontana, 65
Palazzo Lombardia Matteo Salvini, 44 anni, ieri a Milano davanti alla Regione con Roberto Maroni, 62, e Attilio Fontana, 65

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