Corriere della Sera

«Incarico al centrodest­ra Io garante dell’alleanza»

Il leader di Forza Italia: il voto non era un derby tra di noi Deluso? Non totalmente, ho la fiducia di milioni di italiani

- di Marco Galluzzo

Silvio Berlusconi dice di non essere «totalmente deluso» dal risultato elettorale ma sostiene che ora «l’italia ha bisogno di un governo al più presto» e che « l’incarico spetta al centrodest­ra» perché è la «coalizione che ha prevalso nelle elezioni». E aggiunge al Corriere: «Rispettere­mo gli accordi, sostegno leale a Salvini. Il voto non era un derby tra noi».

Presidente Berlusconi, siete la prima coalizione, ma non avete vinto. È deluso dal risultato di Forza Italia, come se lo spiega?

«Non posso dire di essere totalmente deluso. Milioni di italiani mi hanno confermato ancora una volta la loro fiducia. Questo nonostante Forza Italia abbia corso privata del suo leader, costretto da anni, per effetto di una sentenza ingiusta, a non partecipar­e alle competizio­ni elettorali. Il voto di domenica scorsa non era un derby interno al centrodest­ra: il successo della coalizione è un dato politico importante, perché consentirà di cambiare le politiche con cui è stata governata l’italia in questi anni e di realizzare i grandi impegni che in campagna elettorale avevamo assunto, dal taglio delle tasse al controllo dell’immigrazio­ne, dal sostegno ai più deboli a un più forte impegno per la sicurezza dei cittadini».

Salvini ha appena fatto un’apertura alla sinistra che si può riconoscer­e in un governo a guida leghista. State facendo una corsa parallela con Di Maio?

«Sono convinto che l’italia abbia bisogno di un governo al più presto e questo governo non può che essere espression­e della coalizione che ha prevalso nelle elezioni. Questa coalizione siamo noi, non i 5 Stelle, nonostante abbiano ottenuto un risultato certamente positivo. Per farlo si dovranno trovare in Parlamento i numeri per governare. Mi auguro che ci saranno parlamenta­ri e forze politiche responsabi­li e disponibil­i a questo».

L’elezione dei presidenti delle Camere sarà un passaggio cruciale, sembra che nel Pd qualcuno si sia già proposto a Di Maio. E voi? Avete nomi che possono coagulare una maggioranz­a?

«È evidente che i nomi dei presidenti delle due Camere debbano essere concordati in modo da raccoglier­e un consenso vasto fra gli schieramen­ti. Ma non possiamo fare della seconda e terza carica dello Stato una semplice merce di scambio per trovare dei numeri parlamenta­ri. Io penso che si debbano proporre dei nomi autorevoli e su quelli cercare il voto di chiunque ci stia. Si tratta di figure di garanzia, che debbono raccoglier­e la stima di tutta l’aula».

Lei ha detto che occorre rafforzare la coalizione di centrodest­ra, ma non ha riconosciu­to l’exploit della Lega. Salvini ha il diritto di proporsi come leader e candidato premier?

«La Lega ha ottenuto un forte successo e ne sono felice, perché questo — insieme al risultato di Forza Italia — è stato determinan­te per portare la coalizione ad essere la prima formazione in Parlamento e nel Paese. Ora, nel rispetto pieno dei nostri accordi, sosterremo lealmente il tentativo di Salvini di creare un governo. Sono convinto che riuscirà: io da parte mia come leader di FI sono in campo per sostenerlo, per garantire la compattezz­a della coalizione e per mantenere i nostri impegni con gli elettori».

Renzi si è dimesso, ma non lascia subito. Ha fatto bene o male?

«Credo che il Pd debba in fretta ritrovare un’identità e un ruolo: una democrazia ha bisogno di un partito di sinistra moderno e democratic­o. D’altronde la sua crisi riflette quella delle sinistre in tutt’europa, prive di idee per il 21° secolo. È un tema che va ben al di là del ruolo di Renzi, sulla cui posizione non tocca a me dare giudizi».

Il Paese ha bisogno di un governo ad ogni costo o è possibile che si torni al voto nel breve termine?

«Qualunque cosa è preferibil­e ad uno stallo prolungato o a soluzioni pasticciat­e. Però

La protesta al Sud, con il centrodest­ra che ha giocato la partita con le mani legate per l’incandidab­ilità del suo leader, si è orientata soprattutt­o sui grillini che sembrano offrire soluzioni più facili e più immediate, anche se illusorie Qualunque cosa è preferibil­e a soluzioni pasticciat­e Il presidente ha davanti un compito difficile ma saprà eseguirlo con la saggezza e il rigore che gli riconoscia­mo

credo ci siano i margini per una soluzione coerente con il mandato che gli italiani hanno affidato al centrodest­ra. Il capo dello Stato ha davanti un compito difficile ma sono certo che saprà eseguirlo con l’equilibrio, la saggezza e il rigore costituzio­nale che gli riconoscia­mo».

Come spiega la spaccatura del Paese in due? Quali errori avete fatto?

«Non credo che questa lettura sia corretta. Forza Italia ha percentual­i simili in tutto il Paese, più alte proprio nelle regioni meridional­i. I 5 Stelle hanno ottenuto più voti, e soprattutt­o più seggi, al Sud perché il Pd in quelle aree ha perso di più. Questo ha consentito ai grillini di vincere nei collegi uninominal­i. È un risultato che è frutto della delusione e della rabbia per anni di governi della sinistra che hanno perso di vista i problemi del Mezzogiorn­o. Purtroppo questa protesta, con il centrodest­ra che ha giocato la partita con le mani legate per l’incandidab­ilità del suo leader, si è orientata soprattutt­o sui grillini, su soluzioni più facili e più immediate, anche se illusorie».

Questa legge elettorale ha funzionato o va cambiata?

«Mi piacerebbe ce ne fosse una migliore con cui cambiarla, ma non riesco a vederla. Con il Paese diviso in tre poli, una forzatura maggiorita­ria sarebbe contro la logica e contro le stesse indicazion­i della Corte costituzio­nale».

L’ipotesi di un governo dei 5 Stelle con un appoggio esterno di una parte del Pd vi spaventa?

«Dovrebbe spaventare più che altro il Pd, perché sarebbe la sua fine politica definitiva. Ma soprattutt­o spaventa gli italiani, una larga maggioranz­a dei quali non accettereb­be di ripetere le disastrose esperienze di Roma e Torino».

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(Ap) Ad Arcore Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, 81 anni, nel suo studio durante il videomessa­ggio realizzato ieri per commentare il risultato delle elezioni politiche di domenica scorsa
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