Corriere della Sera

Sposetti: «Renzi? La base lo processi Un esecutivo serve, M5S non pericolosi»

- Di Tommaso Labate

ROMA «Renzi e l’attuale direzione del Pd non sono degni di affrontare il dibattito su quello che dovrà fare da ora il partito. Sono indegni. Lui e la sua cerchia sono delinquent­i seriali che hanno distrutto la sinistra e rotto l’idea di comunità. Proporrò la costituzio­ne di “Comitati 5 marzo” per la rinascita del Pd. I circoli devono autoconvoc­arsi per esaminare il risultato elettorale ed elaborare proposte per tornare a essere un partito vero. Renzi va processato. Ha capito bene, pro-ces-sa-to».

Ugo Sposetti ha sempre pesato le parole. E per lo storico tesoriere del Ds, senatore uscente del Pd, «partito» e «segretario» sono parole sacre. Se oggi parla «di processare Renzi», citando il Pasolini del processo alla Dc, è perché «ci ha portati in una situazione peggiore a quella del ’48. Qua non è rimasto nulla. Lui ha distrutto tutto».

Perché, secondo lei?

«La sconfitta di domenica è figlia di arroganza politica, boria, pressappoc­hismo, visione miope».

In fondo, ogni sconfitta...

«Questa sconfitta non è “ogni sconfitta”. Dietro questa c’è anche l’insano gusto del potere che pervade ogni azione di Renzi».

Renzi ha annunciato le dimissioni.

«Ma quali dimissioni? Tutto quello che sta facendo Renzi in questi giorni e in queste ore è dettato da un vero e disgustoso attaccamen­to alla poltrona. Per questo non esiste ● Ugo Sposetti, 71 anni, senatore del Pd nella XVII legislatur­a, non si è ricandidat­o

● Dal 2001 al 2005 è stato tesoriere nazionale dei Democratic­i di sinistra altra via che quella di un vero e proprio processo politico a Renzi da parte della nostra gente».

Non lo chiama più segretario, eppure ha rifiutato di seguire D’alema.

«La scissione è stata sbagliata e infatti ha generato risultati disastrosi. Quanto a Renzi, è solo uno a cui bisogna ribellarsi subito. Lo sa che hanno fatto la sera delle candidatur­e? Si erano accorti che non avevano un numero sufficient­e di donne nelle liste e le hanno inzeppate di pluricandi­dature della Boschi, della De Giorgi. Tutto per eleggere altri maschi fedeli e senza che le donne alzassero un dito per protestare contro questo scempio. Ma è politica, questa? E non dimentico scelte come Casini a Bologna».

Casini però ha vinto.

«Casini ha profanato le case del popolo. Lo scriva bene. E io, dov’è passato Casini, adesso devo andare a pulire».

Chi dovrebbe decidere cosa deve fare il Pd adesso?

«Si formino i gruppi parlamenta­ri. Si autoconvoc­hino, votino, decidano».

Lei che cosa farebbe?

«Io non mi sono ricandidat­o. Il 60% degli italiani ha votato per abbattere un regime. E sa chi era quel regime? Era il Pd di Renzi. Io con i regimi non ho nulla a che fare».

Il Pd dovrebbe sostenere un governo?

«Il Paese ha bisogno di un governo».

Di Maio sarebbe in grado?

«Ricordo trent’anni fa quando osservavo in Senato Bossi, da solo, il primo leghista piombato a Roma. Perché io osservo, sa? Ho osservato anche i Cinque Stelle. Sono migliorati molto negli ultimi cinque anni. Non sono pericolosi né li ho mai considerat­i un pericolo».

Le hanno fatto la guerra sui vitalizi, Sposetti.

«Quella è la loro legittima battaglia politica, che io ovviamente non condivido. Ma va riconosciu­to che fanno battaglie politiche, loro. Non personali».

Altro riferiment­o a Renzi?

«A Renzi va soltanto impedito di fare altri danni a se stesso, al partito, alla sinistra, al Paese».

Chi dopo di lui?

«Non è l’ora di nomi».

Sulla scrivania ha i ritagli

La scelta di Casini Non dimentico scelte come quella di Casini a Bologna: ha profanato le Case del popolo

sulla vittoria di Zingaretti.

«Da cittadino del Lazio spero che continui a governare bene. Da militante apprezzo la sua capacità di aver tenuto insieme la sinistra, portandola alla vittoria».

Calenda ha preso la tessera del Pd.

«C’è bisogno di gente che voglia dare una mano».

 La sinistra è stata distrutta dal leader e dai suoi Proporrò la nascita di comitati «5 marzo» per la rinascita del Pd

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