Per Macron nessun allarme Ma va avanti con Berlino
L’entourage del presidente: in Italia smorzati i toni anti Bruxelles
Fonti dell’eliseo suggeriscono che non c’è allarme perché, in attesa che la situazione politica italiana si chiarisca, gli affari correnti vengono comunque gestiti dal governo di Paolo Gentiloni, con il quale il presidente Emmanuel Macron ha un rapporto anche personale ottimo.
Poi si fa notare che Lega e Movimento Cinque Stelle hanno smorzato i toni antieuropei durante la campagna elettorale, un’uscita dall’euro non è tra le proposte all’ordine del giorno. Infine le capacità diplomatiche di Macron sono notevoli: Donald Trump ha fatto uscire gli Stati Uniti dagli accordi di Parigi sul clima, eppure Macron ha una relazione privilegiata anche con lui. Figurarsi se il presidente francese non riuscirà a dialogare in modo costruttivo con il prossimo governo italiano, qualunque esso sia. Eppure, al di là di una cautela comprensibile e anche dovuta, accanto alla «prudenza» evocata da Macron nella sua prima reazione dopo il voto, è innegabile che il risultato elettorale in Italia rappresenti un problema per la Francia. Il rilancio dell’unione europea, così come Macron l’ha tracciato nel solenne discorso della Sorbona nel settembre scorso, si complica e non poco.
A gennaio, quando Macron e Gentiloni si incontrarono a Roma per dare il via ai lavori per un Trattato del Quirinale, il presidente francese si spinse fino a pronunciare un chiaro e anche irrituale endorsement a favore del presidente del Consiglio: «L’italia entra in un periodo elettorale, vorrei sottolineare quanto sono stato contento di lavorare con il premier Gentiloni — disse Macron —. Spetterà al popolo italiano decidere ma consentitemi di dire che l’europa ha avuto molta fortuna ad avere Paolo Gentiloni. Mi auguro che potremo continuare il lavoro che abbiamo cominciato». È probabile che questo non accadrà, e allora all’eliseo si sottolinea che il progetto europeo va avanti grazie alla stabilità della coppia francotedesca, appena rafforzata dalla decisione degli iscritti Spd di dare il via libera a un governo di coalizione con la Cdu di Angela Merkel. La speranza insomma è che l’italia almeno non sia di ostacolo alla creazione di un bilancio della zona euro e la nomina di un super-ministro delle Finanze. Ma certo ci si prepara all’eventualità che Roma non sia più un motore del processo di integrazione.
Christophe Castaner, alla guida dei parlamentari del movimento di Macron (Lrem), lo dice apertamente: «La vittoria dei populisti in Italia rappresenta un indebolimento del Sud dell’europa e quindi di tutta l’europa. E la Francia non esce mai rafforzata da un indebolimento dell’europa, perché abbiamo bisogno di partner forti».
L’idea di Macron era di cambiare l’europa a colpi di relazioni privilegiate, quella con la Germania istituzionalizzata dal Trattato dell’eliseo di 55 anni fa, e quella «complementare» con l’italia, da sancire con un Trattato del Quirinale che però è ancora tutto da scrivere.