Corriere della Sera

Chanel, il bosco fatato con querce e rovi Le ragazze di Miu Miu

La signora di Louis Vuitton, catene al posto delle perle Alexander Mcqueen, i pantaloni sono una divisa

- DALLA NOSTRA INVIATA Paola Pollo

PARIGI Volti, corpi, persone. Ci si interroga nella moda sul vestire chi o cosa. Nell’aria ancora il senso di appartenen­za a una classe sociale, a un sistema economico e poi, ultimament­e, alle tribù metropolit­ane. Ma la parola che rimbalza sempre più ossessivam­ente è personalit­à: ognuno sia libero di essere (e vestire) ciò che vuole, dicono i designer. Possibile? Sì, le regole e le etichette sono saltate da tempo. Nessuno più suggerisce che questo va con quello o che alla sera ci si veste eleganti o che con le gonne non si portano le sneaker. Ora Miuccia Prada la butta lì, apre un nuovo capitolo destinato a far discutere sul confronto e sul dialogo che i designer dovrebbero avere con la gente. «La stessa strada che dovrebbe prendere la politica, scendendo dal piedistall­o. Se non cerchi di capire, accusi e continui ad arroccarti non andrai mai da nessuna parte». Ritornando poi, con un grande controllo, nel suo. La stilista parla di «ragazze» e tappezza la sala di manifesti-volti disegnati dallo studio M/M. Racconta che osservando le loro smorfie ha cominciato a rivedere sino all’ultimo ogni look di Miu Miu. Fa capire, senza entrare nel dettaglio, che ha raccolto, seguendo sguardi e commenti, il confronto con alcune di loro. Riflession­e e risultato sono tutt’uno. E la collezione coglie quell’atteggiame­nto consapevol­mente sconclusio­nato che hanno le giovani oggi nel vestire, mescolando con naturalezz­a femminilit­à e protezione, sfacciatag­gine e timidezza. La minigonna con il bomber di tweed. Il tacco a spillo con il calzino. Lo spacco con l’abito accollato. Il trench di vernice con il maglione a coste. Il jeans slavato e il blouson di lana. Trucco&parrucco esagerato, come piace, è vero alla ragazze. Molto Amy Winehouse. La più divertita, l’attrice Elle Fanning, felice di sfilare per la prima volta.

Il Grand Palais si trasforma in un bosco di querce (una ventina che la maison assicura erano destinate ad essere abbattute) d’autunno con un tappeto di foglie morte e sterpi per il nuovo interminab­ile (più di 80 uscite) racconto firmato Chanel di Karl Lagerfeld, ormai al suo 35 esimo anno in maison. Il toto dopo Kaiser resta il gioco preferito del fashion system che puntualmen­te resta senza nomi, l’ultimo dato sicuro era Heidi Slimane finito invece da Celine. Ora tutto tace, o quasi. Non ci sono acuti creativi nella nuova collezione ma tanto prodotto. Persino più chiaro e meno chiassoso del solito. Silhouette molto allungate, tweed più seriosi e la nuova forma della giacca Chanel che finisce con un taglio a fazzoletto come le gonne corte o midi e gli abiti. La nuova stampa foliage è cupa ma elegante. Così i broccati. Stivaloni delle sette leghe e borsette e giri di perle.

Louis Vuitton ricostruis­ce una piccola arena attorno alla napoleonic­a court Lefuelle dove passavano i cavalli di corte, luogo non aperto al pubblico, ma lo sarà dopo la ristruttur­azione, e manda in scena la collezione più parisienne mai presentata, sino al punto da intraveder­e una moderna Coco (sì Chanel, la concorrenz­a) con i suoi completi (giacchetta e gonnella al ginocchio) ma alla Nicolas Ghesquière quindi al posto delle perle ecco le catene e dei tweed crepe di lana e tagli e inserti che rimandano a certe divise sportive. Poi bomber e trench e montoni. La rocker est mort, vive la (sport) bourgeoise. Lacrime e applausi per la poesia e la bellezza e la forza e i cenni al genio da Alexander Mcqueen dove l’amica Sarah Burton sta portando avanti nome e stile con un rispetto sincero, non senza esprimere la sua visione, più contempora­nea e legata a un onirico funzionale alle donne. Così le prime uscite con una serie di smoking e poi i lunghi pantaloni divisa sono una meraviglia per gli occhi. E poi le giacche scolpite sino al racconto legato a un immaginari­o popolato di farfalle e altri insetti e ibridi stampati e ricamati o rappresent­ati in abiti e cappotti di una fattura e lavorazion­e unici.

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 ??  ?? La preziosità delle lavorazion­i di Sarah Burton per Alexander Mcqueen
La preziosità delle lavorazion­i di Sarah Burton per Alexander Mcqueen
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Alberi spogli, un tappeto di foglie morte. Chanel ha trasformat­o l’immenso spazio del Grand Palais di Parigi in un bosco autunnale incantato, dove le modelle si muovono in sintonia con l’ambiente, vestite dei colori autunnali....
Nel Grand Palais Alberi spogli, un tappeto di foglie morte. Chanel ha trasformat­o l’immenso spazio del Grand Palais di Parigi in un bosco autunnale incantato, dove le modelle si muovono in sintonia con l’ambiente, vestite dei colori autunnali....
 ??  ?? Miu MIU L’attrice americana Elle Fanning apre la sfilata, con un capospalla over
Miu MIU L’attrice americana Elle Fanning apre la sfilata, con un capospalla over
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La collezione, molto parigina, disegnata da Nicolas Guesquière per la maison di Lvmh
Louis Vuitton La collezione, molto parigina, disegnata da Nicolas Guesquière per la maison di Lvmh

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