Fca, Magneti Marelli presto in Borsa
Il Cavallino rampante punta sull’ibrido nel 2019. Diesel pulito, la campagna dei produttori
A Ginevra
● È in corso a Ginevra il Salone dell’auto. In conferenza stampa il ceo di Fca Sergio Marchionne ha anticipato alcuni elementi del piano industriale al 2022, che svelerà ai mercati il prossimo 1° giugno, ma è stato attento a non svelare i dettagli
Un Sergio Marchionne molto cauto al Salone di Ginevra vuole ufficializzare la sua strategia futura l’1 giugno, il giorno in cui presenterà il piano industriale che concluderà il suo percorso in Fiat Chrysler (+5,67% ieri in Borsa). Ha confermato che vi saranno veicoli ibridi, elettrici, che Alfa Romeo e Maserati non saranno mai prodotte fuori dall’italia. Ha spiegato che la strada dello spin off per Magneti Marelli è segnata, pur considerando che altre opzioni sono aperte. La società di componentistica è sicuramente un valore aggiunto, dispone della tecnologia e della ricerca più avanzata per perseguire il processo di elettrificazione a cui ormai anche Fca si è persuasa. Ha toccato anche l’argomento che riguarda l’alimentazione diesel, il gruppo italoamericano rallenterà la produzione di motori a gasolio dal 2022, a favore della mobilità del domani che ha bisogno comunque ancora di molto tempo per affermarsi. Marchionne ha parlato anche del presidente americano Donald Trump che, a proposito dei dazi da applicare alle importazioni, ha voluto solamente provocare una reazione a cui l’unione Europea avrebbe reagito in maniera scomposta.
Anche per Ferrari si annunciano novità, verranno dettagliate in settembre: la prima auto ibrida del Cavallino sarà presentata al Salone dell’auto di Francoforte, nel 2019. Il Suv di Maranello, battezzato Fuv, consentirà di ampliare la produzione a oltre 10 mila unità, anche grazie «alla gamma Gt che continuerà ad allargarsi, è un mercato che abbiamo trascurato come Ferrari». È sottointeso che l’aumento della capacità produttiva porterà, di conseguenza, all’incremento della forza lavoro.
A Ginevra, comunque, aleggia presso tutti i costruttori il tema del diesel. Solamente Toyota non manifesta alcuna inquietudine, forte di una gamma di veicoli ormai composta essenzialmente da ibride. Il gruppo giapponese ha comunicato lunedì che, alla fine dell’anno, cesserà la vendita di auto diesel in Europa. L’industria è comunque decisa a difendere questo carburante, unendosi per dimostrare che i motori a gasolio moderni emettono gas inquinanti tra il 15 e il 20% in meno di quelli a benzina. Il presidente dell’associazione dei costruttori stranieri in Italia (Unrae), Michele Crisci, sta preparando un piano che coinvolgerà tutta la filiera dell’automotive, per dimostrare le differenze, in termini di emissioni, tra un Euro 3/4/5 e un Euro 6 e 6d, attualmente in commercio. Chiederà agli amministratori locali e alle istituzioni nazionali di partecipare con incentivi per effettuare correttamente il ricambio del parco circolante italiano che è composto di circa 15 milioni vetture obsolete. Una posizione a cui non potrà che associarsi anche Fca.