Al Parco dei Principi c’è un solo re: Ronaldo
Il Real Madrid vince pure al ritorno, Psg ancora fuori
PARIGI E così i destini di Real Madrid e Paris Saint Germain non sono cambiati neanche stavolta. Gli spagnoli sono venuti al mondo per la Champions; i francesi invece, da quando gli emiri del Qatar hanno inaugurato l’età dell’oro nel 2011, non sono mai andati oltre i quarti. L’orgoglio degli uni è il tarlo degli altri e, dopo il ritorno degli ottavi di ieri al Parco dei Principi, la differenza ontologica fra predestinati e parvenu è diventata ancora più grande.
I senza Neymar infatti non ce l’hanno fatta, nonostante i proclami, il tifo ininterrotto del popolo e la voglia di dimostrare che la vita senza il brasiliano continua comunque. Quella sì, certo, ma non la Champions. Quella, da sempre, è un affare per i Blancos e per Cristiano Ronaldo, che hanno utilizzato il 3-1 del Bernabeu come volano per un 2-1 che non fa una piega.
Contro un Psg in cui Di Maria ha preso il posto di Neymar nel tridente con Cavani e Mbappé, Zidane si è concesso il lusso di lasciare in panchina Modric, Kroos, Isco e Bale, scegliendo di rifornire la coppia Benzema-ronaldo con una mediana formata da Casemiro e dall’ex interista Kovacic affiancati da Lucas Vazquez e Asensio. Una mossa esatta, da tattico maturo. Kovacic infatti giocherà un match notevolissimo, sia a recuperare palloni che a favorire le ariose ripartenze in palleggio, mentre i due laterali confezioneranno il gol decisivo di CR7 al 6’ della ripresa: Asensio recuperando palla su uno dei tanti errori del presuntuoso Dani Alves, Vazquez scodellando al centro la palla che il signore e padrone portoghese inzuccherà in porta per la 102ª volta in Champions con la maglia del Real. Tanto per ribadire chi comanda ancora a questo gioco.
Che sarebbe potuta finire così, del resto, si era intuito appena la partita è iniziata,
Paris Saint Germain Real Madrid
dopo il minuto di silenzio per Davide Astori. La perfetta disciplina dei madridisti impastava subito il Psg: con Motta scolastico e Verratti e Rabiot a portare palla sempre un tempo di troppo, tutto si basava sui movimenti elettrici di un Di Maria sovraccarico e i tentativi di percussione di Mbappé, mentre Cavani restava un estraneo. Il Madrid invece era sempre in controllo e distribuendo la sua qualità negli spazi si creava due grandi chance al 18’ con Ramos sotto misura e al 38’ con Benzema in campo aperto: Areola si opponeva sempre benissimo. La sola opportunità per il Psg arrivava a fine tempo l’unica volta in cui le linee del Real si sono trovate in disordine, ma Mbappé ha trovato solo Navas.
Al Psg restavano solo 45 minuti per fare due gol, ne sono bastati sei per dire adieu. Dal gol di Cristiano infatti tutto è stato inutile: gli ingressi di Pastore e Draxler; l’eccesso di grinta di Verratti, espulso per doppio giallo; i gol sporchi di Cavani e di Casemiro; e naturalmente anche il vano rimpianto per l’assenza di Neymar. Il destino dei francesi era segnato, ed era il solito di sempre. Proprio come quello del Real: la sua caccia alla terza Champions di fila è appena iniziata. partite consecutive di Champions in cui Ronaldo ha segnato almeno un gol: eguagliato il record di Van Nistelrooy sconfitte nelle ultime 47 partite casalinghe in Champions per il Psg; Real imbattuto con i francesi nelle ultime 4 partite