La Ferrari è pronta a lasciare»
Marchionne attacca la nuova F1. Ma nei test la Rossa vola con Vettel
Schiaffi e carezze sull’asse Ginevra-barcellona. Dal Salone dell’automobile Sergio Marchionne alza il tono degli avvisi diretti ai nuovi padroni della F1, gli americani di Liberty. Niente rivoluzioni, scelte chiare o tanti saluti. Sulla pista catalana Sebastian Vettel si divora 171 giri (due Gp e mezzo) stampando il miglior tempo nella prima giornata di test davanti alla Mercedes di Valtteri Bottas che usava gomme più morbide. Confermando le buone impressioni iniziali. Un filo invisibile collega il circuito del Montmelò alla Svizzera: il presidente discute al telefono con il team principal Maurizio Arrivabene di assetti, prestazioni e comportamenti in curva. C’è un Mondiale da riportare a casa a 11 anni dall’ultimo acuto di Kimi Raikkonen, ma c’è una partita ancora più grande da vincere sul futuro della F1.
L’opzione estrema, il clamoroso addio e la tentazione di dar vita a un campionato parallelo, resta sul tavolo. Anche se il numero uno di Fca si augura «di non arrivare a tanto» e spera di raggiungere «un accordo condiviso». Entro fine anno, perché il 2020, data in cui scadrà il Patto della Concordia che regola il confronto sportivo e il trattamento economico delle squadre, è dietro l’angolo. Chase Carey, il nuovo timoniere che ha sostituito Bernie Ecclestone, ha rottamato il vecchio accordo. In una recente intervista al Corriere ha spiegato la sua filosofia: meno privilegi ai «big» e più concessioni ai «piccoli», motori ibridi più semplici e tetto alle spese «perché la Ferrari è leggenda ma esistono anche gli altri». Ed è questo il nodo. La Ferrari non ci sta a essere messa sullo stesso piano della Mclaren tantomeno della Force India, «soprattutto da chi (Liberty, ndr) di aspetti tecnici non capisce un tubo». «In F1 l’aspetto tecnico crea quello commerciale — risponde Marchionne — se lo diluiscono per ragioni di spettacolo e
Due Gp e mezzo
A Barcellona, Vettel completa 171 giri e firma il miglior tempo davanti a Bottas