Corriere della Sera

«Alleati con chi ci chiamava mafiosi?» Coro di no nel sondaggio tra gli eletti pd

Da Guerini a Cirinnà e Morani: mai con M5S. Ma Boccia: se serve un’intesa, meglio loro

- Giuseppe Alberto Falci Dino Martirano

Su un eventuale governo PD-M5S, al Nazareno si rincorrono tutte le sfumature del no. Interrogat­o su una proposta, che formalment­e nessuno ha ancora avanzato, un campione dei 167 neoletti dem risponde in modo univoco: «No, assolutame­nte no. Mai con chi ci considera “mafiosi” e “corrotti”...».

I toni alti arrivano dalla maggioranz­a renziana. Mentre la minoranza di Andrea Orlando teme che la cortina fumogena sollevata nasconda alla fine qualcos’altro: «Né con i grillini né con le destre ma questo dibattito sulle alleanze sembra un modo per eludere il nodo delle dimissioni di Renzi». Puntualizz­a Anna Rossomando: «Niente accordi con il M5S e con la destra...». Al momento, l’unica, remota apertura ai pentastell­ati la fa il gruppetto di Michele Emiliano: «Nessuno vuole fare un governo con il M5S, e tanto meno con le destre, ma se in futuro ci sarà la possibilit­à di accordarsi su alcuni punti programmat­ici è più naturale farlo con Di Maio piuttosto che con Salvini», argomenta Francesco Boccia.

«Noi abbiamo perso le elezioni, siamo quindi minoranza nel Paese mentre chi ha vinto ha la responsabi­lità di governare», dice il coordinato­re della segreteria Lorenzo Guerini. E con lui si allineano molti dei neoeletti: Stefano Ceccanti («Alleanza del tutto impossibil­e»), Lia Quartapell­e («I grillini sono profondame­nte antidemocr­atici»), Cosimo Ferri («Non vedo possibile un’intesa»), Riccardo Nencini («No al governo con il M5S»), Laura Garavini («Profondame­nte contraria»), Dario Stéfano («Abbiamo posizioni antitetich­e»), Francesco Verducci («Sono contrario»).

Troppe ferite sono ancora aperte per immaginare scenari «da fantascien­za», per come li descrive Mauro Del Barba. E Monica Cirinnà conserva ancora il messaggio inviatole la notte del 15 febbraio del 2016 dal collega grillino Airola: «”Tranquilli, voteremo con voi sulle unioni civili...”, mi scriveva in piena notte. Poi, il giorno dopo, non si sono presentati in Aula e per me quella è una coltellata alla schiena che non posso dimenticar­e». E un ricordo fresco lo propone Alessia Morani: «In una delle ultime sedute in commission­e, un collega grillino ha definito “criminale” la nostra riforma sull’ordinament­o penitenzia­rio».

Dalla Calabria Enza Bruno Bossio e il segretario regionale Ernesto Magorno chiudono ogni varco. Meno rigido il veltronian­o Roberto Morassut: «Sono contrario ad accordi di governo con il M5S, però facciano loro una proposta e magari su alcuni temi si può trovare l’accordo». Franco Mirabelli trova «stravagant­e» che il M5S possa chiedere il sostegno del Pd: «Dopo tutto quello che ci hanno detto». Mentre Luigi Cucca parla «degli insulti ricevuti dai grillini». Invece Emanuele Fiano fa un’osservazio­ne nel merito del programma del M5S: «Se qualcuno nel Pd pensa a un accordo cosa farà il giorno in cui ci chiederann­o il voto sul reddito di cittadinan­za?».

Ma il punto di caduta, che al Nazareno alcuni auspicano e altri temono, è l’«accordo tra il Pd e le destre quando Salvini avrà capito che non ha i numeri». Per questo, una voce della minoranza avverte: «Occhio! Se al Senato sarà eletto un presidente del Pd, sarà chiaro che l’accordo con le destre è in cantiere...».

Le differenze

Quartapell­e chiude: i grillini sono profondame­nte antidemocr­atici Morassut: niente governo, ma su alcuni temi si può trovare l’accordo

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Lo streaming Gli incontri tra Pd e M5S si sono sempre svolti in streaming nella scorsa legislatur­a. Da sinistra in senso orario: a marzo 2013 il premier incaricato Pier Luigi Bersani incontrò i capigruppo Roberta Lombardi e Vito Crimi; ad aprile fu...

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