Corriere della Sera

Antonietta migliora in ospedale Ma non sa delle figlie morte

Latina, stop alla sedazione. Domani i funerali delle bimbe uccise dal padre

- Fulvio Fiano

La vita, che riprende poco a poco ad affacciars­i, per Antonietta Gargiulo sarà terribilme­nte in salita e nessuno può dire quanto. La donna è sopravviss­uta ai tre proiettili esplosi da suo marito ma deve ancora incassare il colpo più duro: la notizia che quell’uomo, prima di suicidarsi, ha ucciso le loro due figlie di 7 e 13 anni.

Dopo cinque giorni di sedazione profonda e un delicato intervento di ricostruzi­one della mandibola, la 39enne aggredita all’alba di mercoledì scorso davanti la sua casa di Cisterna di Latina, è stata risvegliat­a ieri dai medici che la seguono nella terapia intensiva del San Camillo di Roma. Antonietta risponde a stimoli uditivi e visivi, i suoi parametri clinici sono in migliorame­nto, le ferite all’addome e alla clavicola — i proiettili sono passati da una parte all’altra senza ledere organi vitali — si stanno rimarginan­do. E, pur restando la sua prognosi riservata, non ci sono più esigenze mediche per tenerla in stato di incoscienz­a farmacolog­ica. La partita, il dilemma, è ora di natura diversa. Come e quando dirle che Martina e Alessia, le bambine che vivevano con lei e ormai da settimane avevano paura di incontrare Luigi Capasso, il padre che le avrebbe poi uccise nel loro letto, non ci sono più? Il contraccol­po su una paziente in una fase così delicata della guarigione va valutato con una cautela ancora maggiore, ma nelle prossime ore, inevitabil­mente, quel momento arriverà.

Ai genitori, alle due sorelle e al fratello di Antonietta che passano queste giornate davanti a una porta chiusa, salvo un’ora di visita in ambiente asettico, il San Camillo ha affiancato sin da subito due psicologi. Gli specialist­i hanno il compito di assistere loro ma anche di aiutarli a trovare le parole giuste per raccontare la verità a quella donna che forse non ricorda e che ora, almeno a voce, non può chiedere (oltre alla mandibola immobilizz­ata è ancora tracheotom­izzata). Poi dovranno provare a consolarla e a darle la forza per assorbire il dolore e andare avanti.

Domani, con la città del pontino in lutto, si terranno i funerali delle due bambine. L’orizzonte temporale che si sono dati i familiari della 39enne per affrontare il macigno che pesa anche su di loro è questo. Anche da un letto di ospedale è l’ultimo momento in cui Antonietta potrà inviare idealmente un saluto.

In ospedale non si è mai interrotto il via vai di amici, colleghi dello stabilimen­to Findus, parenti. E carabinier­i. I

La famiglia

Con lei ci sono i genitori e i fratelli. Finora era troppo debole per sapere la verità

militari che lavoravano con Luigi Capasso, che lo conoscevan­o, l’hanno visto rifugiarsi in caserma a Velletri per la separazion­e in corso, hanno assorbito i suoi sfoghi e ascoltato le parole impaurite della moglie dopo l’aggression­e del 3 settembre. Senza immaginare quello che sarebbe accaduto. Anche per loro, mentre si indaga su eventuali responsabi­lità, nulla sarà più come prima.

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