Una nuova Bambola
Betta Lemme, fenomeno sul web: il mio brano autobiografico ispirato anche da Patty Pravo
B etta Lemme per l’italia ha una vera passione. Ricambiata. Con il singolo Bambola ha conquistato il Paese dei suoi nonni («vengono dal Sud, Calabria e Abruzzo»). Finora la canzone ha totalizzato 12 milioni di visualizzazioni sul web e 2 milioni di streaming. «L’ho scritta con il mio amico Rick, un produttore di talento - racconta - è un pezzo autobiografico ma che riguarda tutti. È leggero, si balla, ma c’è anche un messaggio dentro: parla di onestà, si riferisce all’amore e al lavoro».
L’omaggio alla hit di Patty Pravo non è stato immediato. «In francese diciamo doll - ricorda ora Betta - ma la parola non si addiceva alla canzone. Così mi è venuta in mente Bambola, un pezzo iconico. Abbiamo aggiunto in italiano il verso: e come fossi una bambola...».
Occhi verdi e capelli biondi, fisico longilineo. Ventiquattro anni, da Montréal, Betta prima di trovare il successo nella musica, faceva la modella. Ma ha mollato tutto per seguire il suo sogno. «Quand’ero piccola non mi hanno ammesso al conservatorio perché facevo fatica a leggere gli spartiti». Ha comunque imparato a suonare il pianoforte e la chitarra. La sua passione per la musica l’ha messa da parte, non l’ha mai abbandonata. Due anni fa si è trasferita a New York («Faccio avanti e indietro con Montréal»). Proprio nella Grande Mela ha trovato la sua prima occasione, duettando con il duo Sofi Tukker in Awoo. Poi ha superato le insicurezze e ha cominciato a comporre e produrre le sue canzoni da sola. Il successo è arrivato in fretta. «E chi ci credeva? Persino i miei genitori che mi hanno sempre sostenuta non se lo aspettavano. Però è bellissimo che la mia prima canzone piaccia a tante persone». Di fotografie e sfilate non ha più voluto sentirne parlare e ha pubblicato un ep con quattro pezzi pop-dance sulla malattia dell’amore. «Non faccio altro che scrivere — racconta — ho una manciata di canzoni già pronte, non abbiamo ancora deciso se usciranno come singoli o se faranno parte del mio primo album». Canta in inglese e francese, l’italiano non lo parla ma lo capisce molto bene. «Hanno scritto che so quattro lingue — sottolinea — ma non è vero. Sarei un genio e non è proprio il mio caso».
I video delle sue prime esibizioni la mostrano impacciata sul palco. «Non ho mai vo- luto cantare, perché sono timida. Faccio fatica persino a incidere un pezzo. Ci vuole tempo, non dico per dominare il pubblico, sarebbe troppo aggressivo, ma per avere il controllo di tutto». Ora si sente pronta ad affrontare un tour che in estate arriverà anche in Italia. «Spero di poter continuare a fare questo lavoro. Non è detto che sarà per sempre. Da piccola avevo molta fantasia e due desideri: diventare egittologa perché amavo l’estetica delle sfingi e delle piramidi, l’oro e i decori; poi mi sarebbe piaciuto avere una band, ma nessuno voleva suonare con me. Continuo ad amare la creatività, sarebbe bello anche una carriera nel design».
Confessa che l’italia la segue ovunque, anche a New York. «Conosco parecchi italiani. Mi piace il cibo, ma questo lo dicono un po’ tutti. Amo soprattutto la passione delle persone, il modo che hanno di accoglierti e di farti sentire a casa». Ascolta Loredana Bertè, Nada, Anna Oxa. Ha comprato i cd di Claudio Villa in Italia perché non riusciva a trovarli in Canada. Adora Mina («Ho un grande rispetto per lei, ha una delle più belle voci sul pianeta») e Gianna Nannini: «Quanta grinta! Se mi capitasse di incontrarla sono sicura che mi metterei a urlare come una ragazzina davanti al suo idolo».
Su tutti però il suo modello è David Bowie: «Un artista completo, creativo, impossibile da rinchiudere in una gabbia». Fra le donne? «Ammiro Adele, una voce incredibile e non si è lasciata risucchiare dallo star system. Poi, sì mi piace Madonna. Anzi no, preferisco Lady Gaga».
Malinconia Ho scritto il testo con un amico produttore Parlo di onestà e lavoro con leggerezza