Corriere della Sera

Guerritore, tradimenti nel segno di Allen

- di Magda Poli

In una notte di nubifragio, specchio del subbuglio di anime, in una sala da ballo, coppie, impossibil­itate ad uscire, ballano, parlano, e lentamente i freni si allentano e la crisi di una coppia innesca quella di un’altra.

Matrimonio, istituto, per dirla con Strindberg, che causa solo infelicità e la banalità confortant­e di un quotidiano conformism­o. Tradimenti, insofferen­ze diventate idiosincra­sie, rovelli d’amore sfociati in perversion­i psicologic­he, sui dialoghi acuti, cinici, divertenti di Woody Allen. Monica Guerritore è adattatric­e, regista e interprete della trasposizi­one teatrale del film Mariti e mogli. È l’intellettu­ale Sally che con il marito, uomo d’affari, annunciano agli amici il divorzio, per poi ritrovarsi.

Non sarà così per Judy, redattrice d’arte, moglie di professore che a 50 anni si è innamora della prosperosa allieva. Intorno a loro altri personaggi in un girotondo sulle note jazz di Armstrong, che inganni l’insoddisfa­zione, quasi cechoviana, che tutti ingabbia. In una buona compagnia, Guerritore, bravissima, eclettica, è una Sally dai molti volti, accennati spesso in un sorriso. Brava anche Francesca Reggiani che trova una misura di bella verità alla sua Judy. E la giostra continua.

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Intellettu­ale Monica Guerritore è Sally nel dramma «Mariti e mogli»

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