Corriere della Sera

Pipita più Joya, in 3 minuti spazzano il fumo di Londra

Sull’orlo dell’eliminazio­ne, i due argentini ribaltano la sfida

- Tottenham Juventus 1 2 Massimilia­no Nerozzi

Dal fumo che sempre aveva avvolto Londra ogni volta che i bianconeri ci capitavano — quattro pareggi e due sconfitte, fino a ieri sera — esce una Juve in HD, che è poi la targa di Higuain e Dybala. Gol e assist il primo, quando la partita era notte fonda; rete del vantaggio il secondo, proprio sotto lo spicchione che nella fantastica arena di Wembley conteneva i cinquemila tifosi juventini. Roba da alta definizion­e, appunto. È stato come passare, in un attimo, da un televisore a valvole degli anni Sessanta, quel che era stato l’orribile primo tempo, a un maxischerm­o da cinema, nell’avvio di ripresa. Perché il full color s’è manifestat­o nel giro di tre minuti, improvvisi: zampata del Pipita, in senso letterale, arpionando un pallone volante, e fuga per la vittoria del numero dieci, bruciando la concorrenz­a sul confine del fuorigioco degli Spurs e infilando Lloris con un passante mancino, di quelli che si sparano solo a Wimbledon.

Chiellini, a metà campo, sfinito, era inginocchi­ato con le braccia verso il cielo, come quando sei stremato, ma ti è appena riuscita un’impresa olimpica. E un po’ è stato così, perché fin lì la sfida era sembrata un racconto di Charles Dickens, crudo e spietato, ma onestissim­o: e che stava buttando fuori la Juve dalla Champions, come nessuno, a diche cembre, si aspettava. Del resto, il Tottenham stava correndo, e troppi bianconeri passeggian­do. Tra questi pure Dybala, che nel primo capitolo s’era preso un paio di falli, anche brutti, ma niente altro. A voler essere cattivi, si notava più per il nuovo taglio di capelli che per le sterzate sul prato. Arriverann­o.

Il Pipita s’era dato un po’ più da fare, ma alla fine le statisti- Cortesie

Gigi Buffon consola Harry Kane dopo la vittoria della Juventus a Wembley: Tottenham eliminato, bianconeri ai quarti (Action Image) erano state impietose, per entrambi: tiri nello specchio di Lloris, zero. Così s’allungavan­o le solite accuse, e non sempre immotivate, sull’allergia europea del centravant­i argentino, che aveva già l’animo impiombato dal rigore sbagliato all’andata. S’è visto, quando ha fatto centro, andando su una palla a mezza altezza che stava per scappare sul fondo, di quelle che prendi più con la voglia che con la tecnica.

Più che un’emozione, è stata una liberazion­e. Gol, come quasi nessuno si aspettava, soprattutt­o i difensori del Tottenham, in versione Lo Stato Sociale da «Una vita in vacanza». La faccia del Pipita s’è invece accesa di lucida follia, con gli occhi spalancati di chi intravede la scalata al cielo dei quarti di finale. Difatti la coppia argentina ha continuato l’arrampicat­a, e soprattutt­o il nove, da immenso uomo squadra, perché come bomber si conosce a memoria: palla ricevuta sulla trequarti, torsione in mezzo a due nemici e passaggio filtrante da playstatio­n, dritto per dritto, per Dybala. Un gran colpo da biliardo, cui la Joya, di nome e subito dopo di fatto, ne ha messo un altro, dalle parti dell’incrocio dei pali. Esplodendo pure lui, di pazza gioia, in una corsa a braccia alzate, come quando arrivi e metti la firma sulla vittoria. E su un’immediata Brexit.

Allegri Risultato prestigios­o, non era facile vincere a Wembley Risultato meritato, siamo stati bravi a trovare il momento giusto

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