Corriere della Sera

La piazza piena per Astori

Folla di tifosi in piazza. L’omaggio dei colleghi: «Il fratello che ognuno vorrebbe»

- di Marco Imarisio

All’inizio gli occhi umidi erano forse un riflesso condiziona­to, l’effetto della sorpresa per la morte improvvisa di una persona che sembrava impossibil­e potesse andarsene così, nel sonno. Perché pensiamo sempre, in fondo senza una vera ragione, che questi uomini famosi e bravi con il pallone, quelli che hanno realizzato il sogno di tutti al campetto dell’oratorio, siano immuni dal dolore e dai pericoli della vita vera. continua a pagina 21

Ce li immaginiam­o come guerrieri della domenica, esseri diversi, superiori, che hanno i soldi, le folle ai loro piedi, le emozioni forti, anche se a pensarci bene poi tutto finisce così in fretta, persino per loro.

Ma in questi giorni la commozione per la perdita di Davide Astori è stata un rumore di fondo continuo e condiviso. Poteva essere la lettera che gli ha scritto il compagno di squadra Riccardo Saponara, «Capitano, perché non sei sceso a fare colazione insieme a tutti noi?», le sue domande semplici e senza risposta dalla quali emergeva lo smarriment­o di chi si trova davanti a un evento così definitivo e inspiegabi­le. Poteva essere l’aneddoto carpito da uno dei tanti speciali televisivi a lui dedicati, tutti fatti con un rispetto e una sensibilit­à non scontate. «Posso usare quella macchina?» chiedeva un giovanissi­mo Astori al veterano Rino Gattuso nella palestra di Milanello. Ringhio assentiva, quasi sorpreso dalla timidezza e dell’educazione. Una, due, tre volte. Fino a quando l’attuale allenatore del Milan gli disse basta, «non chiedere più per favore, sei a casa tua».

Davvero, c’è qualcosa in questa storia che va oltre le sue dimensioni «normali», e le virgolette stanno lì per pudore, per rispetto. Come se ci avessimo visto dentro l’immagine di come vorremmo essere noi, e di come vorremmo che fosse il mondo del nostro calcio. Ogni volta che vediamo le immagini degli altri, la partita del basket Nba che si ferma per permettere al bimbo malato di leucemia di entrare e fare canestro con la maglia della squadra del cuore, ci viene facile lo sconfortan­te paragone con i «devi morire», con i campioni dalle dichiarazi­oni fotocopia, si chiamino Messi, Ronaldo o Pogba, così diverse dalle prese di posizione contro il razzismo di Lebron James e di Stephen Curry.

Davide Astori non era un campione, ma un bravo giocatore e una brava persona. Era uno che con i soldi guadagnati a Cagliari aveva comprato una gelateria e ogni Natale spediva un pacco di sorbetti ai suoi ex compagni di squadra. Era uno che faceva beneficenz­a senza dirlo, e si impegnava contro il razzismo. Noi non lo sapevamo, ma quelli del calcio invece sì. E per una volta ce lo hanno fatto capire. Con le parole, con i gesti. Luca Antonelli, una riserva del Milan, suo compagno nelle giovanili, è rimasto tre ore nella camera ardente. Non se ne voleva più andare. Quando lo hanno convinto a farlo, all’uscita ha incrociato il gruppo degli argentini della Fiorentina, tra i quali c’era il Cholito Simeone, figlio di uno dei più grandi «cattivi» della storia del calcio, che ci stavano ritornando. Il rude Giorgio Chiellini è uno dei giocatori più detestati da chi non è juventino. Mercoledì sera, dopo averlo sentito dire cose bellissime e profonde appena finita la partita con il Tottenham, mentre tratteneva a stento le lacrime, anche i suoi detrattori si saranno fatti un paio di domande. Sul nostro modo di vivere lo sport, e sui facili giudizi che ne conseguono. Niente è come sembra, mai. Neppure nel nostro calcio.

Ieri mattina c’era tanta gente in piazza Santa Croce, e c’è stato anche tanto silenzio, che poi è la miglior forma di rispetto possibile. Gianluigi Buffon con gli occhi rossi non solo per la stanchezza ha risposto agli applausi che hanno accolto il suo arrivo invitando a non fare rumore, siamo tutti uguali, nel dolore non c’è differenza o status. Daniele De Rossi sembrava fatto di pietra, stava così male che il suo allenatore ha detto poi che non sa se domani lo farà scendere in campo.

«Tua mamma, tuo padre, devono sapere che non hanno sbagliato nulla con te. Sei esattament­e il figlio e il fratello che chiunque vorrebbe avere. Sei il miglior compagno di squadra che un ragazzo potrebbe sognare». Certe volte la verità è semplice come le parole di Milan Badelj, centrocamp­ista croato della Fiorentina. Nella reazione delle tante persone che si sono commosse senza una ragione particolar­e, dei suoi colleghi, dei suoi compagni di squadra attuali e passati forse si nasconde un segreto della vita.

Il capitano della Fiorentina amava quel che faceva, e amare il proprio lavoro costituisc­e la migliore approssima­zione concreta alla felicità sulla terra, come scrisse Primo Levi. Poi cercava di essere una persona decente, un buon marito e un buon padre. L’unico segreto è questo. L’ambiente dove era cresciuto e diventato adulto lo ha riconosciu­to soprattutt­o come uno che cercava di stare bene al mondo e come tale lo ha fatto sentire agli altri che sapevano poco di lui. L’ultimo ciao a Davide Astori è stato una promessa di vita. Per il calcio italiano, e non solo.

I valori di Davide dovrebbero essere i valori che in tutto lo sport, partendo dal calcio, bisognereb­be portare avanti Malagò Coni

In molti hanno ricordato la sua umiltà, il senso di responsabi­lità, la semplicità e la modestia che lo rendevano a tutti così caro Betori Cardinale

Grazie Davide, tu per noi sei la nostra luce, tu sei il calcio puro dei bambini, il figlio e il fratello che tutti vorremmo avere Badelj Giocatore

Il rispetto

A Gattuso chiedeva il permesso prima di usare gli attrezzi in palestra a Milanello

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I funerali del capitano della Fiorentina Davide Astori nella Basilica di Santa Croce, che si è tinta di viola
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2 Francesca Fioretti, la compagna di Davide Astori dal quale due anni fa ha avuto una figlia, Vittoria (Ansa)
3 Il capitano della Nazionale e della Juventus Gigi Buffon era presente...
1 Il patron della Fiorentina Diego Della Valle (Italy Photo Press) 2 Francesca Fioretti, la compagna di Davide Astori dal quale due anni fa ha avuto una figlia, Vittoria (Ansa) 3 Il capitano della Nazionale e della Juventus Gigi Buffon era presente...
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