Corriere della Sera

«Farò uscire l’italia dallo stallo» No di Berlusconi a nuove elezioni

L’ex premier: necessario darsi un governo, la paralisi va scongiurat­a E il leader leghista: bene Mattarella, prima gli interessi degli italiani

- Giuseppe Alberto Falci

ROMA Silvio Berlusconi fa la prima mossa. E con una lettera indirizzat­a ai neo eletti di Forza Italia allontana le urne. Questo scenario, è il senso del ragionamen­to, non è presente sul tavolo di Arcore. «Farò di tutto — si rivolge ai suoi — per consentire all’italia di uscire dallo stallo, di darsi un governo e per scongiurar­e una paralisi che porterebbe ineludibil­mente a nuove elezioni». Un messaggio forte e chiaro alla delegazion­e azzurra ma soprattutt­o a chi come il Capo dello Stato Sergio Mattarella, proprio ieri, in occasione della cerimonia al Quirinale per la festa della donna, ha invitato le forze politiche al senso di responsabi­lità.

Il che ha indotto anche Matteo Salvini, leader del Carroccio e oggi candidato premier del centrodest­ra, a usare parole di questo tenore: «Ha ragione il presidente Mattarella, gli interessi del Paese e degli italiani vengono prima di qualsiasi altro calcolo politico». Al momento però prevale la tattica, le carte restano coperte e ognuno aspetta la mossa dell’avversario. L’ex Cavaliere ha convocato i suoi per mercoledì prossimo alla Sala Regina di Montecitor­io. «Sarà una prima occasione per conoscerci, per alcune importanti comunicazi­oni operative, ma soprattutt­o per definire una prospettiv­a politica».

In un passaggio sottolinea che «dobbiamo prepararci adeguatame­nte all’avvio dei lavori parlamenta­ri». Non solo. Lì in quella sede Berlusconi traccerà la road map in vista dell’elezione dei presidenti di Camera e Senato e delle consultazi­oni. «Abbiamo davanti a noi — scrive — una nuova fase delle nostre battaglie di libertà da scrivere insieme: io sarò in prima linea come sempre, nonostante la impossibil­e e inaccettab­ile condanna politica che mi ha costretto a non partecipar­e».

Berlusconi prova rilanciare la sua leadership e lo fa, confidano, perché teme un’opa del segretario del Carroccio a Forza Italia. Non a caso è stato lui a convocare tutti i parlamenta­ri, «una cosa che in passato — sottolinea­no — era compito dei capigruppo». A quanto pare Berlusconi avrebbe in mente di rinnovare i vertici dei gruppi a Montecitor­io e Palazzo Madama. Per la Camera la sfida sarebbe tutta rosa: il leader di FI starebbe pensando a Mara Carfagna o a Maria Stella Gelmini. Mentre per il Senato il favorito sembra essere Lucio Malan. Paolo Romani, invece, sogna la presidenza del Senato.

Nella lettera l’ex premier si serve della diplomazia quando sottolinea «l’impegno a sostenere il candidato premier indicato dal partito maggiore della coalizione», ovvero il segretario della Lega. Salvo poi aggiungere che «si devono produrre le condizioni di una maggioranz­a e di un governo in grado di raccoglier­e un consenso adeguato in Parlamento per dare attuazione ai nostri impegni». Un colpo al cerchio e un altro alla botte.

A oggi infatti il centrodest­ra non ha i numeri e non c’è una strategia definita. Di certo, a meno di un colpo di scena, il centrodest­ra si dovrebbe presentare unito alle consultazi­oni dal Capo dello Stato. «Non c’è alcun motivo di andare diviso», spiega un alto dirigente azzurro. Dalle parti di FI in queste ore si fa il tifo affinché il primo incarico sia ricevuto da Luigi Di Maio. «Tanto il Pd non ci starà e a quel punto toccherà a noi giocarci le carte», confida un berlusconi­ano in Transatlan­tico.

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(Ansa) In campo Il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi, 81 anni, ha guidato la campagna elettorale del suo partito e ora sta dettando la linea in vista delle consultazi­oni al Quirinale

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