Draghi avverte: l’instabilità può minare la fiducia dei mercati
Il presidente della Banca centrale: euro irreversibile. Francoforte non parla più di aumento degli stimoli. La critica ai dazi Usa: pericolose le decisioni unilaterali
Piccolo passo in direzione della fine del Quantitative Easing. Passo ben più deciso nella critica del protezionismo commerciale americano. E cenno generico all’italia post-elettorale per ricordare che «l’euro è irreversibile» e l’instabilità politica pericolosa. Conferenza stampa ricca di contenuti, quella che ieri Mario Draghi ha tenuto in seguito alla riunione del Consiglio dei Governatori della Bce.
Con la sorpresa di una piccola variazione, restrittiva, nel linguaggio che accompagna l’elenco delle misure di politica monetaria, che restano invariate. Cosa interessante da tenere presente in Italia: nonostante ci siano rischi potenziali sullo sfondo — il protezionismo di Trump e la situazione a Roma — la Bce si muove un po’ verso la fine del miliardi il controvalore degli acquisti mensili di titoli da parte della Bce. La quale, per la prima volta dal 2016, non ne ha indicato nella nota ufficiale l’eventuale aumento forte stimolo all’economia ora in atto.
Dal comunicato finale della riunione è stata tolta, all’unanimità, una frase che era stata introdotta nel 2016 e da allora era sempre restata: «Il Consiglio dei Governatori rimane pronto a incrementare l’app (il programma di acquisto titoli suoi mercati, ndr) in termini di dimensioni e/o durata». Era il cosiddetto «easing bias», la propensione a essere ancora più aggressivi nello stimolo monetario se la situazione l’avesse richiesto. Ora, secondo la Bce, non ce n’è più bisogno: la crescita è superiore alle attese (2,4% nel 2018, 1,9% nel 2019, 1,7% nel 2020 secondo lo staff della banca centrale) e l’inflazione è ancora bassa ma in prospettiva in aumento (1,4% quest’anno e il prossimo, 1,7% nel 2020).Gli acquisti sui mercati andranno avanti al passo di 30 miliardi al mese almeno fino a settembre e i tassi resteranno a zero «ben oltre» la fine dell’app, ma si avvicina il momento del ritorno alla normalità.
Il presidente della Bce è stato molto critico della decisione di Trump (pur non indicato per nome) di imporre tariffe su acciaio e alluminio, passo che potrebbe condurre a una rincorsa tra protezionismi. Ha detto che nell’immediato non avrà grandi effetti. Ma si è chiesto se seguiranno ritorsioni e se ci saranno reazioni sui cambi. «Soprattutto — ha detto — scelte del genere possono colpire la fiducia, il che avrebbe effetti negativi sulla crescita e sull’inflazione». Ha poi sostenuto che queste dispute dovrebbero essere discusse in forum multilaterali: Tasso sui depositi presso la Bce: «decisioni unilaterali sono pericolose». Per poi aggiungere: «Se metti tariffe contro i tuoi alleati, allora uno si chiede chi siano i tuoi nemici».
Sempre nei confronti delle scelte dell’amministrazione americana, Draghi ha anche detto che uno dei rischi che corre l’economia globale sta nella «deregulation finanziaria in altre importanti giurisdizioni», (cioè negli Stati Uniti). «Rischiamo di commettere lo stesso errore» che facemmo prima della grande crisi del 2008.
Rispondendo a domande sulla sospensione del governatore della banca centrale della Lettonia dal Consiglio della Bce, decisa dalla Corte di Giustizia europea, Draghi ha detto che una lettera con richiesta di chiarimenti alla per cento la crescita nell’eurozona dell’anno in corso secondo lo staff della Banca centrale europea. Il Pil è visto poi in aumento dell’ 1,9% nel 2019 e dell’ 1,7% nel 2020 Corte è partita oggi da Francoforte. E poi ha spiegato di ritenere «non soddisfacente» la situazione nel campo del riciclaggio di denaro, dove manca lo scambio di informazioni tra diverse autorità, non c’è coordinamento e dove i supervisori bancari dovrebbero essere coinvolti perché il riciclaggio porta con sé conseguenze per le banche in termini di bilancio e di reputazione. «C’è la necessità di cambiare», ha detto.
Sull’italia, infine, Draghi non ha fatto commenti diretti. Ha notato che i mercati non si sono mossi particolarmente dopo i risultati elettorali e ha ricordato che «un’instabilità politica protratta può minare la fiducia».
@danilotaino