Corriere della Sera

Il Tesoro: Def leggero senza nuovi impegni Spetta al prossimo governo

- Di Mario Sensini

L’andamento dell’economia internazio­nale, l’aggiorname­nto delle previsioni per quella italiana, la traiettori­a naturale dei conti pubblici. Ma nessun nuovo obiettivo o impegno politico. Il ministero dell’economia guidato da Pier Carlo Padoan è al lavoro per la redazione del nuovo Documento di economia e finanza, la base della prossima legge di bilancio, che sarà presentato alle Camere il prossimo 10 aprile. Sarà però un documento il più possibile asciutto e asettico, «senza impegni per il futuro che il Governo attuale non può assumere» spiegano all’economia. Né il Def sarà oggetto di confronto politico con la vecchia maggioranz­a o i partiti che si candidano a governare dopo il voto del 4 marzo. Succederà come all’inizio di aprile del 2013, quando a scrivere il Def furono il premier Mario Monti e il ministro del Tesoro Vittorio Grilli prima di lasciare il posto a Enrico Letta, incaricato di formare il governo dopo le elezioni del 24 febbraio.

Se per il 10 aprile il Parlamento non avesse ancora espresso un nuovo governo, l’attuale esecutivo si limiterà a produrre i dati essenziali dell’economia e la tendenza dei conti pubblici. Senza fare programmi, stabilire nuovi obiettivi o tanto meno delineare le misure concrete per ottenerli.

Il Documento, dunque, sarà la

Il 10 aprile

Il documento con i dati essenziali sarà presentato alle Camere il prossimo 10 aprile

fotografia della situazione attuale. Le previsioni di crescita potrebbero essere leggerment­e ritoccate, ma il percorso di risanament­o dei conti pubblici rimane quello segnato, con la progressiv­a riduzione del deficit pubblico, fino al «sostanzial­e pareggio di bilancio» assicurata dall’aumento dell’iva.

Il ritocco dell’imposta, che assicura 12,4 miliardi di euro nel 2019 e ben 19,2 miliardi dal 2020, è previsto a legislazio­ne vigente ed è inglobato nell’andamento tendenzial­e dei conti pubblici. Può essere evitato solo con tagli di spesa o maggiori entrate in pari misura, visto che almeno sulla carta non ci sono margini per la concession­e di ulteriore flessibili­tà di bilancio nei prossimi anni da parte della Ue.

Ma non è l’unica incertezza che grava sul bilancio. La riduzione del debito pubblico è in bilico, e la correzione dei conti di quest’anno, per la Ue, rischia di non essere sufficient­e. I margini di bilancio sono ridotti e in più c’è il rischio di un rialzo della spesa per interessi. Problemi di cui dovrà farsi carico, molto presto, il nuovo esecutivo.

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