Manicure e massaggi, l’ora dell’albergo «globale»
Altri musei
● Futurismo La Casa d’arte Futurista Depero è l’unico museo fondato da un futurista. Fu Fortunato Depero nel 1957 a curarne l’allestimento nel centro storico di Rovereto e custodisce centinaia di opere e oggetti appartenuti all’artista (www.mart.tre nto.it/casadep ero).
● Mariano Fortuny Scenografo, stilista, fotografo e pittore: il museo Fortuny, allestito in uno dei più famosi palazzi di Venezia, ripercorre la sua carriera. Il 24 marzo riapre con una mostra d’arte del ‘900 con opere in arrivo dalla collezione Merlini e con un omaggio all’artista svizzero Zoran Music (http://fortuny. visitmuve.it) M ani, segni e disegni, simboli di creatività umana. Sarebbe piaciuta al diretto interessato, Leonardo da Vinci, la piazza progettata dall’artista Mimmo Paladino a Vinci, fra il Castello dei Conti Guidi e la Palazzina Uzielli: uno squarcio contemporaneo fra case e palazzi rinascimentali toscani. Uno spazio d’artista con forme geometriche e rimandi al genio leonardesco come il poliedro: la perfezione della matematica e dello studio versus la imperfezione dell’uomo. Nel 1953 Ibm dona al Castello dei Conti Guidi le prime riproduzioni delle invenzioni leonardesche: è il primo nucleo del futuro museo leonardesco, rinnovato nel 1986 e poi nel 2004/2006.
A Vinci (www.museoleonardiano.it) non ci sono opere del Leonardo pittore ma i modelli in scala reale del suo genio scientifico e, complementari all’artista, opere contemporanee a lui dedicate: «L’uomo di Vinci» di Mario Ceroli e «Il Cavallo di Leonardo» di Nina Akamu, donato a Vinci dal filantropo americano Charles Dent. C’è poi il luogo più intimo e privato: la casa natale di Anchiano (frazione di Vinci), una colonica quattrocentesca dove Leonardo nacque il 15 aprile del 1452. Per una tavola toscana consigliamo l’agriturismo il Vincio (via di San Pantaleo 28, tel 347.350.75.50).
Da un anno esatto (il 12 marzo ricorre la nascita dell’artista) gli ex Seccatoi del tabacco a Città di Castello sono diventati lo spazio espositivo di tutta l’opera Grafica di Alberto Burri e con la nuova sezione, la Fondazione Palazzo Albizzini è diventato uno dei più importanti musei d’artista a livello europeo. Su quattromila metri quadrati si segue tutta l’evoluzione dell’opera grafica. Bruno Corà, presidente della Fondazione racconta così la genesi del progetto: «Nel caso di Burri parlare di grafica non Una manicure in pausa pranzo o la piega all’ora dell’aperitivo, un massaggio distensivo prima di una giornata di lavoro o un make up dell’ultimo minuto: servizi beauty e trattamenti di benessere espressi, disponibili 7 giorni su 7, direttamente nella camera d’albergo. La tendenza d’oltreoceano diventa la regola al Nyx Milan, il nuovo «urban significa esporre l’opera minore perché anche nella grafica, Burri ha voluto superare sfide tecniche e andare al di là dei limiti imposti da strumenti e materiali». Altre visite all’opera di Burri sono a Milano e in Sicilia: nel parco Sempione milanese con la ricostruzione del Teatro Continuo; a Gibellina il Grande Cretto, uno dei suoi capolavori assoluti. A fianco del Duomo di Città di Castello, la Residenza Antica Canonica è una dimora d’epoca (www.anticacanonica.it doppie 72/138 euro) dove un tempo vivevano i religiosi.
La storia dell’atelier dei Giacometti comincia nel 1906 quando una stalla nel paesino di Stampa , in Val Bregaglia (Sondrio e Caton dei Grigioni), venne trasformata nello studio di Giovanni Giacometti. Dopo la morte di Giovanni, nel 1933, fu il figlio Alberto a utilizzare lo studio durante le estati, quando visitava la madre Annetta. Vederlo oggi è un’esperienza non solo culturale ma sentimentale: nel 1986 Bruno e Odette Giacometti donarono l’atelier alla Società culturale di Bregaglia. Le visite accompagnate cominciano a giugno, ma già a fine marzo i responsabili della Fondazione Centro Giacometti presenteranno ufficialmente l’app Giacometti Art Walk, una full immersion con lo smartphone in mano e gli scarponi ai piedi nella vita dei Giacometti, dei loro incontri con i residenti nelle stradine del paese. La app (già scaricabile) contiene approfondimenti e soprattutto un itinerario da percorrere per conoscere e apprezzare la saga della famiglia Giacometti e in particolare di Alberto ricordato anche da testimonianze di bregagliotti. «In Val Bregaglia — dice il presidente della fondazione Marco Giacometti — c’è la terra delle origini della famiglia ma ci sono anche le presenze artistiche di Giovanni Segantini, Cuno Amiet e Mario Negri (ciaesagranda.ch)». resort» di piazza IV novembre, di fianco alla stazione centrale di Milano. Potete riservare online o far prenotare al concierge il vostro trattamento: riceverete il beauty expert in camera, o se preferite, sulla terrazza del 12esimo piano (www.leonardohotels.com).
Artista di grande successo negli Stati Uniti, a Costantino Nivola è dedicata la Fondazione e il museo omonimi nella sua Orani, in provincia di Nuoro che raccoglie 200 opere fra sculture e dipinti (www.museonivola.it). Figlio di un muratore, Nivola è protagonista di una vita romanzesca: dal piccolo paesino sardo agli Stati Uniti dove ha successo per la sua tecnica del sand casting: una narrazione totalmente nuova per gli Stati Uniti. Diventa amico di Saul Steinberg e Le Corbusier e una volta famoso, torna nel paese natale con opere indoor e outdoor fra cui la facciata della Chiesa di Nostra Signora d’itria del 1958. Moltissime le sue opere custodite negli Stati Uniti (da New York a Boston) dove morì nel 1988.
Fra le molte ville sei-settecentesche di Bagheria, è Villa Cattolica ad ospitare il museo dedicato a Renato Guttuso (le sue spoglie sono qui dal 1990) che oltre a conservare suoi dipinti e disegni comprende anche capolavori del ‘900 come le opere della pittrice Pina Calì e dello scultore Vittorio Gennaro (www.museoguttuso.com via Rammacca 9, statale 113). A Palermo, il Palco Rooms&suites è un design B&B a pochi passi dal teatro Massimo (doppie da 110 euro www.palcorooms.it).
Bisogna arrivare a Cascia di Reggello nel Fiorentino, alla pieve romanica di San Pietro, per visitare il Museo Masaccio. Qui, nella campagna toscana, è custodito il Trittico di San Giovenale, capolavoro del pittore appena 22enne (morirà a Roma a 27 anni) che introduce la prospettiva, spiegabile solo con un contatto diretto con Filippo Brunelleschi. La pieve (via Casaromolo, 2/ a, Cascia, tel. 055.86.81.29, ingresso 3 euro) non venne costruita in un punto qualunque ma lungo un’importante direttrice per pellegrini e viandanti: la Cassia Vetus che collegava Arezzo con Fiesole.
Alberto Giacometti
L’app
«Giacometti Art Walk» è una full immersion, scarponi ai piedi, nell’atelier di Alberto Giacometti, nel piccolo centro di Stampa
Tiziano
A una quarantina di chilometri da Belluno, a Pieve di Cadore si visita la Casa-museo di Tiziano (www.magnificacomunitadicadore.it) dove sono conservati arredi e carteggi dell’artista con i suoi potenti committenti veneziani; e visibile qui anche il sigillo che gli fu donato da Carlo V. A Pieve non ci sono però opere del Vecellio: bisogna quindi raggiungere le Gallerie dell’accademia e le chiese veneziane (Santa Maria della Salute, Santa Maria Gloriosa dei Frari e Santa Maria della Salute) o la Scuola del Santo di Padova (l’affresco «Miracolo del Marito Geloso») per ammirare alcune delle sue opere maggiori. Viceversa in Cadore sono una ventina le opere (www.nuovocadore.it) riconducibili alla sua attivissima bottega.
Giorgione
A Castelfranco Veneto è nato Giorgione, il grande pittore di scuola veneta del Rinascimento. Nel Duomo è custodita la Pala di Castelfranco, capolavoro del pittore vissuto tra la fine del 400 e il 500. Casa Giorgione (piazza San Liberale, tel. 0423.73.56.26) custodisce l’affresco «Fregio delle arti liberali» che rappresenta scienza e cultura del suo tempo (www.museocasagiorgione.it) e un centinaio di oggetti del tardo 400 per immergersi nella vita quotidiana in cui si muoveva l’artista. È anche possibile prenotare una visita ai luoghi dell’artista (tel. 342.61.38.992): lo studiolo, Casa Costanzo, Casa Barbarella, il teatro Accademico e la torre civica.
Giovanni Segantini
Arco, città natale di Giovanni Segantini, presenta un percorso espositivo dedicato all’artista ottocentesco a Palazzo Panini, fra dipinti, disegni e sculture (https://segantiniearco.it). In Alta Egandina, a Sankt Moritz, un edificio circolare (che in piccolo riprende la forma del padiglione per l’expo del 1900 a Parigi progettato dallo stesso Segantini ma mai realizzato) ospita uno dei capolavori di Segantini legate al tardo Simbolismo: il Trittico (www.segantini-museum.ch) che «congiunge» i dipinti «La vita» e «La morte», iniziati nel 1896, con il dipinto centrale «La natura»: opera unica nelle intenzioni dell’artista e che hanno come sfondo lo scenario montano di Soglio, il crepuscolo visto dallo Schafberg in Engadina ed il paesaggio invernale di Maloja.