E quella freddezza con la Figc
La Juve dei vecchietti spaventa la Champions, il capitano perplesso col c.t.
No, non è stata l’ultima notte di Champions per Gigi Buffon e la Juve dei grandi vecchi. Del resto alla vigilia della sfida di Wembley lo aveva detto lui stesso: «Non ci penso, sono ottimista di natura». Però l’ottimismo della volontà, la volontà di continuare a giocare un’altra stagione, il capitano della Juve lo ha accantonato, tra l’andata e il ritorno della sfida con gli inglesi. «Le riflessioni sono già state fatte. Col presidente le idee combaciano alla perfezione» ha detto Gigi martedì, davanti ad Andrea Agnelli, presente in platea. Il momento giusto per formalizzare la decisione di Buffon e della Juve, che ormai sembra presa, arriverà prima del previsto, per evitare assonanze con le diverse musiche suonate per gli addii di Del Piero o Totti. Senza polemiche o rimpianti e quasi sicuramente senza colpi di scena.
Prima dei saluti c’è comunque da tenere in caldo il sogno di alzare la Champions, il trofeo che manca a Buffon: difficilissimo, ma non impossibile vista la capacità della squadra di Allegri di uscire da una situazione disperata come quella di Londra. «The Old Lady» colpisce ancora e stupisce l’europa, con la sua difesa da 33 anni abbondanti di età media, con la coppia Higuain-dybala, che non sente l’età ma non era certo al top, con la «capacità di stare sott’acqua e riemergere al momento giusto» come scrive la stampa inglese. Anche perché (titola il Times) «La mentalità vincente di Buffon è impressa in tutta la sua squadra».
Super Gigi dovrebbe riemergere a Wembley il 27 marzo, con la maglia azzurra per Inghilterra-italia. Ma il suo ritorno a Coverciano non nasce sotto i migliori auspici. E non è nemmeno così scontato. Le parole del c.t. pro tempore, Di Biagio, sono state accolte con perplessità dal recordman di presenze in Nazionale (175): «Buffon non deve finire con la Svezia. È una questione di storia personale, di prestigio, di ciò che Gigi ha dato al calcio» ha detto in buonafede l’allenatore dell’under 21, promosso dal subcommissario Costacurta. Il capitano, che in lacrime aveva scosso l’italia dopo l’eliminazione dal Mondiale, non l’ha presa bene. Perché con quelle parole Di Biagio ha lasciato intendere che fosse necessario preparare una sorta di passerella finale per il portiere.
Ce n’è d’avanzo per «sentirsi un peso», proprio quello che Gigione non vuole: Buffon ritiene di essere sempre stato una figura capace di unire e non di dividere e può essere fondamentale per far capire ai più giovani il valore della maglia azzurra. Passare per quello che vuole togliere il posto a quegli stessi giovani, è un paradosso inaccettabile. Anche perché le parole di Di Biagio hanno prestato il fianco all’ennesima bufera social (come quella di ieri, per una papera
Ruolo delicato
Il capitano azzurro non ci sta a fare la parte di chi vuole togliere il posto ai giovani
che non è una papera sul gol del Tottenham) e anche ad alcuni attacchi della critica. Un passaggio che non è sfuggito a Buffon, perché prima delle incertezze nella sfida di andata con gli inglesi (quelle sì ci sono state) veniva da alcune prestazioni super.
Il fatto poi di avere alle spalle un secondo di alto livello come Szczesny, al quale la Juve ha fatto delle promesse per il prossimo anno, chiude il cerchio con il club che è la sua casa dal 2001. L’obiettivo è chiudere in bellezza, col sogno folle della Champions ancora intatto: vincerla potrebbe portare Gigi a giocare ancora qualche mese, per disputare il Mondiale per Club. Ma questa ipotesi è ancora lontana. Come la finale di Kiev.