Aprilia, licenza di sognare Colaninno: «Un futuro magico»
Se vincere significasse solo arrivare primi, al Mondiale Motogp 2018 dovrebbero iscriversi massimo tre Case. Il campionato dell’aprilia sarà dunque fatto di altri obiettivi: migliorare i risultati passati; dimostrare che, alla quarta stagione in top class, si è raggiunta una certa maturità; soprattutto dire finalmente qualcosa di «apriliesco» degno di una Casa che nella sua storia ha vinto 294 Gp e 54 titoli mondiali (38 in 125, 18 in 250, gli altri fra Superbike e off road), ma che in Motogp non è mai decollata. In soldoni, vincere significherà un rendimento stabile nei primi 10 ogni gara, con licenza di sognare. «Se in Qatar (prima gara il 18 marzo, ndr) arrivassi nei primi 8 sarei felice», dice Scott Redding, 25enne inglese all’esordio con un team ufficiale. «Io punto ai primi 6, e a qualche attacco al podio nelle piste più favorevoli», aggiunge Aleix Espargarò, 28enne spagnolo al secondo anno in Aprilia. Complicato, non impossibile, in quella che Fausto Gresini, storico team manager, definisce «la Motogp dal livello più alto mai visto». Ma, aggiunge Romano Albesiano, responsabile Aprilia Racing, «è di alto livello anche la moto e la coppia piloti è la nostra più forte di sempre. Agli altri invidiamo solo l’esperienza». Insomma, come dice Roberto Colaninno, presidente e a.d. del Gruppo Piaggio, «il futuro è qualcosa di magico». Ma lo è anche il presente. Basta vedere le moto allineate nello stabilimento di Noale. Belle e forti, la produzione connessa alla prestazione. «Aprilia Racing — aggiunge Colaninno — è una delle piattaforme di ricerca più avanzate di Piaggio». Dal concessionario funziona: le moto vendute sono passate dalle 34mila del 2016 alle 53mila del 2017. Il balzo va fatto in pista.