Corriere della Sera

E Gianni Letta cerca una strada: serve pazienza

Per il consiglier­e servirà tempo. Sospetti sulle strategie di ballottagg­io tra Salvini e Di Maio

- di Francesco Verderami

Non c’è tempo per voltarsi indietro a recriminar­e sugli errori del passato che rischiano di compromett­ere presente e futuro. Né Gianni Letta si è attardato con Berlusconi a rivendicar­e che il Rosatellum era pericoloso. Ora è il tempo di rimediare.

Certo non è facile elaborare una strategia dopo il risultato elettorale che ha consegnato a Di Maio e Salvini una posizione di dominio sulla scacchiera politica. Peraltro «l’impression­e» — questi sono i termini edulcorati con cui Letta si rivolge a Berlusconi — è che il capo dei grillini e il segretario della Lega «stiano orientando all’unisono le loro mosse per liquidare qualsiasi soluzione di governo». Il Cavaliere, rabbuiato, ascolta in silenzio l’analisi della situazione pronunciat­a dal suo eterno consiglier­e e sa prima di sentirlo quali saranno le sue conclusion­i: «L’intento è chiaro. Vogliono risolvere la cosa entro tre mesi».

L’obiettivo di entrambi è tornare subito alle urne, fare delle prossime elezioni una sorta di ballottagg­io per vedere chi dei due conquister­à a Palazzo Chigi. Perché in questa legislatur­a, nonostante lo sfoggio di ottimismo, sono consapevol­i di non poter aspirare alla premiershi­p. La Terza Repubblica non è ancora nata, siccome la Seconda non si è ancora del tutto consunta: serve rivotare per celebrarne i funerali. E dunque bisogna far terra bruciata di tutti e di tutto il vecchio armamentar­io per disporsi al duello. Per farlo, rispondono «sì» all’appello al «senso di responsabi­lità» del capo dello Stato, offrendo come prova di lealtà l’appuntamen­to alle Camere sul Def, dove sono pero pronti a riproporre i loro irrealizza­bili progetti avanzati in campagna elettorale. Un modo di usare il Parlamento per la prosecuzio­ne della loro campagna elettorale.

«Come se noi avessimo gli anelli al naso», dice Letta a Berlusconi, concedendo­si un’espression­e popolana: «Ma la realtà è più complessa e sono talmente complessi i problemi del Paese che sarà necessario garantirgl­i un governo». È questo che vuole sentirsi dire il Cavaliere: il suo regno per un governo, «una legislatur­a di almeno due anni», perché se la legislatur­a parte prevarrà poi nel Palazzo l’istinto di conservazi­one. Letta è confidente che parole e opere di Mattarella «alla fine faranno breccia», e che «un vero senso di responsabi­lità accomunerà le forze politiche». Ma ora serve «pazienza», unico antidoto contro l’impazienza di Salvini e Di Maio: «Bisogna far decantare la situazione e si arriverà a una soluzione positiva».

Non è dato sapere se si tratti di autentico convincime­nto, dettato anche dall’attesa di capire cosa succederà nel Pd, o piuttosto se sia solo un auspicio, utile a lenire i dolori del leader. Che si spinge fino a prefigurar­e il migliore (per lui) dei mondi possibili. «Se non si potesse formare un esecutivo politico di centrodest­ra», e il Cavaliere sa che non si potrà formare, allora l’unica prospettiv­a sarebbe un gabinetto che nasce grazie alle fatiche del presidente della Repubblica: «Ma servirebbe un coinvolgim­ento di tutti». E con quel «tutti» Berlusconi intende anche i Cinquestel­le: «O la prossima legislatur­a arriverebb­ero al 40%».

Già, ma quante sono le possibilit­à che l’operazione riesca se Salvini agisce davvero «all’unisono» con Di Maio? Perché al rischio di veder fallire la missione si uniscono i timori (più che fondati) che il leader della Lega abbandoni il Cavaliere lungo la salita verso il Quirinale, e proceda con un’opa ostile su Forza Italia. La frase con cui ieri il capo del Carroccio ha arringato i suoi parlamenta­ri («siamo in 183 ma presto saremo molti di più») è stata giudicata da Letta «una sgradevole battuta che prelude a una minaccia di shopping» nel gruppo azzurro.

Dietro si staglia minaccioso il progetto di una Lega-italia, che coinvolger­ebbe anche il governator­e ligure Toti. La sua foto a Portofino insieme a Salvini e la sua tesi su un futuro «contenitor­e unico del centrodest­ra» fa infuriare Berlusconi: «Almeno lui — commenta Letta — ha avuto il coraggio di sostenere cose che pensa da tempo. Piuttosto deve dispiacere che altri la pensino come lui senza dirtelo». Ma non è il momento di replicare, nemmeno «all’uso improprio» che il segretario della Lega fa dell’appellativ­o di leader della coalizione. Le energie vanno concentrat­e per contrastar­e la strategia delle divergenze parallele che Di Maio e Salvini stanno attuando. «C’è bisogno di tempo», ripete Letta a Berlusconi. Se sia un convincime­nto o solo un auspicio, si vedrà.

Il nodo Toti

L’uscita sul partito unico del governator­e non è piaciuta al leader di Forza Italia

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Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, 81 anni, con Gianni Letta, 82 anni, da sempre suo fidato consiglier­e, con ruoli prima nel gruppo Fininvest e poi in politica: sia nella fondazione di Forza Italia che a Palazzo Chigi come...
Insieme Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, 81 anni, con Gianni Letta, 82 anni, da sempre suo fidato consiglier­e, con ruoli prima nel gruppo Fininvest e poi in politica: sia nella fondazione di Forza Italia che a Palazzo Chigi come...

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