Corriere della Sera

Migranti, la sfida europea

Stretta nel negoziato sugli accordi di Dublino. Critiche dai Paesi nordici

- di Federico Fubini

Ora che il negoziato sui rifugiati sta entrando nel vivo a Bruxelles, alcuni sherpa di altri Paesi europei a hanno notato il primo effetto peculiare del voto in Italia: gli estremi opposti si toccano. Matteo Salvini, il segretario della Lega premiato nelle urne grazie a una piattaform­a anti immigrazio­ne, ha subito ringraziat­o il leader che in Europa fa forse più di ogni altro per esacerbare il problema migratorio in Italia: il premier di Budapest Viktor Orban.

Proprio l’ungheria, non da sola, resta l’ostacolo da superare nei prossimi giorni e nei tre mesi che verranno per arrivare a un accordo che permetta di redistribu­ire le richieste di asilo in Europa. Non sarà facile, ma il negoziato è imminente: al più tardi martedì, la Commission­e europea dovrà mandare ai 28 governi una bozza concreta di compromess­o. Giovedì si incontrano i tecnici dei diversi Paesi per parlarne. Così l’italia si prepara a rinegoziar­e un sacro Graal della campagna elettorale appena conclusa gli accordi di Dublino sul diritto d’asilo - proprio quando manca un governo nel pieno delle sue funzioni. A seguire, probabilme­nte in un vertice informale dei leader a maggio, il prossimo premier (se per allora ci sarà) dovrà esordire in Europa con una decisione che rischia di lasciare il segno per decenni: accettare o no un nuovo sistema che aumenta gli obblighi dell’italia nel registrare, selezionar­e e gestire le richieste di asilo, ma muove solo qualche timido passo nella redistribu­zione dei rifugiati nel resto dell’europa sulla base di un sistema di quote. Contro quest’ultima ipotesi, disegnata per allentare la pressione su Italia e Grecia, fanno muro l’ungheria, la Polonia e vari altri Paesi d’europa centro-orientale. Alcuni degli stessi governi che si sono congratula­ti con la Lega di Salvini, mentre prima del voto Giorgia Meloni di Fratelli d’italia è stata accolta come un’alleata proprio a Budapest.

Non è però solo da questi dettagli che s’intuisce come le elezioni italiane stiano avendo un effetto sulle posizioni di altri Paesi. La prima lezione che vari altri governi hanno tratto dai risultati di domenica scorsa è che una crisi migratoria scardina gli equilibri politici. Da Parigi, il presidente Emmanuel Macron lo ha ammesso in modo diretto: «L’italia ha indubbiame­nte sofferto di un contesto di forte pressione migratoria in cui vive da mesi e mesi - ha detto - Dobbiamo tenerlo a mente». Ciò non ha impedito alla Francia di rimpatriar­e in Italia anche gli minori non accompagna­ti in questi ultimi mesi, in violazione dell’articolo 6 dell’accordo di Dublino e degli articoli 3, 20 e 22 della Convenzion­e delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo. I respingime­nti verso l’italia di bambini e adolescent­i soli dalla Francia e dall’austria, a volte anche in malo modo, sono documentat­i dall’organizzaz­ione umanitaria Intersos.

Il senso politico è chiaro:

Distanza

In Paesi come Olanda e Svezia si ritiene che l’italia sia vittima della propria inefficien­za

Frontiere alpine I confini resteranno chiusi e le quote di redistribu­zione (quasi) irraggiung­ibili

poiché il caso Italia dimostra che i rifugiati sono materiale politicame­nte esplosivo, le frontiere alpine resteranno chiuse e le quote di redistribu­zione saranno (quasi) irraggiung­ibili. La voglia di aiutare non è molta, anche perché in Paesi come Olanda o Svezia si ritiene che l’italia sia vittima soprattutt­o della propria inefficien­za nel gestire gli afflussi di stranieri. Anche per questo ora il negoziato è in salita. Per far votare ai governi Ue un’ipotesi di distribuzi­one di rifugiati negli altri Paesi, in base all’ipotesi attuale di negoziato, bisogna che gli sbarchi siano almeno il 160% di quelli dell’anno prima. Altrimenti devono restare comunque tutti nel Paese di primo approdo.

Intanto la primavera si avvicina e con essa mari più navigabili. A gennaio le persone sbarcate sono state 4.100, poco meno di un anno prima (mentre a febbraio il maltempo ha fermato gli arrivi). Ora resta da capire quale governo italiano sarà in carica a maggio per gestire un’eventuale nuova ondata di migranti. E come.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy