Spia russa avvelenata, Londra schiera l’esercito per l’allarme gas nervino
LONDRA La Gran Bretagna schiera le forze armate sul caso della spia russa avvelenata col nervino. Centottanta militari provenienti dall’esercito, dalla Royal Air Force e dalla marina sono stati inviati a Salisbury, sulla scena del crimine, al fianco di esperti in guerra chimica, batteriologica, radiologica e nucleare. Per il governo di Londra è un’emergenza che non ha precedenti, anche se «la gente non deve allarmarsi — ha rassicurato un portavoce dell’antiterrorismo, che coordina le indagini —. L’assistenza militare continuerà finché sarà necessario».
L’ex agente dei servizi segreti russi Sergej Skripal e sua figlia Yulia rimangono in terapia intensiva all’ospedale di Salisbury, dove è ricoverato anche il sergente Nick Bailey, il poliziotto che per primo li ha soccorsi e che pure è rimasto contaminato: e che adesso viene salutato in Inghilterra come un eroe. In totale sono 21 le persone che hanno dovuto essere soccorse per essere entrate in contatto col nervino.
La ministra dell’interno Amber Rudd ha descritto il veleno usato come «molto raro», il che vuol dire che procurarselo non è facile e che è improbabile che fosse stato in possesso di criminali comuni: gli investigatori stanno lavorando sull’ipotesi che sia stato spedito a Skripal a casa in un pacco, aperto dall’ex spia alla presenza della figlia. Diversi luoghi a Salisbury restano transennati, dalla panchina sulla quale Sergej e Yulia si sono accasciati al ristorante e al pub che avevano appena visitato.
Ma soprattutto la polizia ha isolato al cimitero locale le tombe di Lyudmila, la moglie di Skripal morta nel 2012, e quella di suo figlio Aleksandr, deceduto l’anno scorso: il sospetto è che anche questi due decessi prematuri non siano da attribuire a malattie, come finora si era creduto. E anche il fratello di Skripal, un ex paracadutista, era morto due anni fa in Russia in seguito a una improvvisa perdita di peso.