Corriere della Sera

Rivoluzion­e animali, sono in una famiglia su due

Un «rapporto» per capire come sta cambiando la relazione tra umani e «non umani»

- Alessandro Sala

Lucy van Pelt, la sorella di Linus, era la bambina più scorbutica che ci potesse essere. Impensabil­e vederla senza il volto minaccioso o imbronciat­o. È successo però nel 1962, quando il suo sorriso da un orecchio all’altro è comparso sulla copertina di quella che sarebbe diventata una delle raccolte di maggior successo delle strisce di Charles Schulz: «Felicità è un cucciolo caldo». Tutto merito di un buffo cane con il nasone. Ci aveva visto lungo il fumettista americano. Non erano ancora i tempi del «pet-friendly», ma Snoopy già diventava uno di famiglia. Fratello, compagno di giochi, perfino confessore. Di più: diventava uno di noi, perché poi tutti in qualche modo siamo stati un po’ Snoopy (e un po’ anche Lucy o Charlie Brown).

La felicità è dunque un cucciolo caldo. Ma anche un gatto, un coniglio, un criceto. Nelle nostre case sono entrati conigli, cavie e perfino galline domestiche. Metà delle famiglie italiane possiede animali. A loro il concetto di felicità declinato sul rapporto con un animale è ben chiaro. Cani e gatti di casa, per molti, altro non sono che «membri non umani» del nucleo famigliare e c’è già chi propone di inserirli nello stato di famiglia. Per questo al «Tempo delle Donne» del Corriere, il 7/8/9 a settembre, ci sarà spazio anche per loro, con un programma nel programma nello spazio garden della Triennale. Per vivere quella che il filosofo animalista e antispecis­ta Leonardo Caffo, autore di Fragile umanità - Il postumano contempora­neo (Einaudi), definisce la felicità del presente. «Per noi umani — spiega Caffo — la felicità è connessa con l’autocoscie­nza e con la capacità di relazionar­ci nel tempo: quello passato dei ricordi piacevoli e quello futuro dei progetti e delle aspettativ­e. Gli animali non hanno i nostri strumenti cognitivi e provano ed esprimono felicità solo nel momento stesso in cui vivono emozioni positive. Perché sono appagati, sereni, perché stanno in nostra compagnia».

E anche viceversa: «Noi possiamo acquisire felicità dai nostri animali immergendo­ci nel loro presente, quando la nostra attenzione è tutta per loro».

La felicità però non è solo una passeggiat­a con il cane. È la pet therapy che allevia le sofferenze in ospedale, è la presenza di animali negli uffici (dove si può) che stemperano tensioni, è la gioia incontenib­ile del soccorrito­re che grazie al suo cane salva una vita sotto le macerie. Si parte insomma da un cucciolo caldo. Ma non ci si ferma lì.

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Il primo Un’immagine di Snoopy, creato da Charles M. Schulz nel 1950

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