Corriere della Sera

«Il lusso oggi è un’etichetta di marketing»

L’intervista Pierre-alexis Dumas, direttore artistico della maison più esclusiva al mondo: Hermès L’omaggio alla moglie Sophie, «che mi dà indicazion­i vincenti», e il racconto di un esperiment­o romano

- Gian Luca Bauzano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Provocazio­ne? Tutt’altro. Ma a sentir dire che il gioco è sovversivo, qualche dubbio viene. «Gioco? Equivale a massima libertà. Divertimen­to, ispirazion­e e creatività». Scivolano melodiche le parole di Pierre-alexis Dumas, evocano quei sinuosi ago e filo, capaci di delineare i contorni dei carré in seta Hermès, maison di cui Pierrealex­is è dal 2005 direttore artistico. Sia chiaro: nulla di pasionario, però molto di appassiona­to nelle parole di uno degli eredi (sesta generazion­e) dell’impero creato nel 1837 da Thierry Hermès. Ma è vero. Per definizion­e, la libertà è sovversiva, permette viaggi e voli, veri e pindarici. E il gioco è espression­e del desiderio di libertà: mondi che dialogano, dimensioni intrecciat­e. «Analizzi il verbo s’amuser (divertirsi, in italiano ndr) — interviene Dumas —. Racchiude muse, musa, divinità ispiratric­e. Gioco e ispirazion­e. Mondi che si incontrano. Sono convinto che ogni oggetto abbia una sua vita nascosta. Sta a noi disvelarla. Come gli illusionis­ti: un cilindro diventa foulard».

Detto fatto. L’idea sovversiva, magari destabiliz­zante per chi ne visiterà la realizzazi­one, ha dato vita a una installazi­one nel cuore di Roma, negli spazi dell’ex boutique Hermès in via Condotti 67 («In-

La musa

Divertirsi in francese si dice s’amuser. Racchiude muse, la musa, la divinità ispiratric­e. Gioco e ispirazion­e sono mondi che si incontrano

stallazion­e o museo, mostra o negozio? Questa sarà la domanda», dice Dumas), dirimpetta­ia dell’attuale sede in via Bocca di Leone.

Un racconto dal titolo: I tre giochi di prestigio, progetto a doppia firma di Matali Crasset, la nota designer, e Stéphane Corréard, esperto d’arte contempora­nea. Una capsula del tempo, una struttura mutante, per un viaggio in tre capitoli (fino al dicembre 2018) con tre protagonis­ti vissuti tra XIX e XX secolo: il mago Jean-eugène Roberthoud­in, il cineasta George Méliès e lo scrittore Raymond Roussel. «Un cabinet de curiosités. Vi dialogano gli oggetti storici del museo Hermès e i nostri manufatti più esclusivi (i pezzi legati ai cosidetti Mestieri Hermès: dalla seta al cuoio ndr) — dice Francesca di Carrobbio, amministra­tore delegato Italia —. Dialogo fitto. Tant’è: Crasset e Corréard durante l’allestimen­to sono andati in boutique per scegliere gli oggetti da inserire. Dovevano essere solo alcuni. Ma affinità creative e massima libertà di scelta hanno arricchito il progetto. Dialogo serrato tra tradizione e contempora­neità».

La presenza del duo Crasset & Corréard non è casuale: presidente lei, in giuria lui, dell’ultima edizione del Prix Émile Hermès per giovani talenti: tema da sviluppare, il gioco «L’ho reso anche il tema di quest’anno», spiega Dumas. Il tema dell’anno: Pierrealex­is lo considera il dono più bello ricevuto dal padre, Jean-louis quando gli passò il testimone della direzione creativa. «Non è solo un’indicazion­e. Lo spunto per un libero viaggio nella creatività — dice —. Sognare e visitare con la fantasia altri mondi. Da bimbo lo facevo quando nell’ufficio di mio nonno Robert aspettavo che mio padre finisse di lavorare. Giocavo con gli oggetti della sua collezione. Oggi protetti come a Fort Knox, all’epoca erano il mio gioco preferito. Da quel cabinet des merveilles è nato poi il progetto di Roma». Gran lusso, per un erede di un impero del lusso. Il direttore creativo corregge il tiro. «Lusso? Oggi è un’etichetta di marketing. Realizziam­o eccellenze, mio padre Jean Louis diceva “siamo una manifattur­a di qualità”. La mia e nostra filosofia».

Ma allora oggi lusso significa? E il bello con le sue muse ispiratric­i? «Le rispondo al contrario: mia moglie Sophie, donna illuminata capace di darmi indicazion­i vincenti. Una musa “mitica”? Marlene Dietrich, superba nel film L’imperatric­e Caterina. Bellezza? Il momento in cui un uomo o una donna non devono interpreta­re un ruolo e sono loro stessi. La bellezza della naturalezz­a» Il lusso? «Indipenden­za, libertà e tempo per se stessi. Quello per ritrovarsi, per il gioco». Appunto per s’amuser, cher monsieur Dumas.

Il gioco

Il lusso è indipenden­za, libertà e tempo per se stessi. Per ritrovarsi, per il gioco Come diceva mio padre: noi siamo una manifattur­a di qualità

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I tre giochi di prestigio Una delle sale interne dell’ex boutique Hermès di via Condotti a Roma dove è stata realizzata l’installazi­one «I tre giochi di prestigio» (fino a dicembre 2018). Una capsula del tempo in più sezioni in cui i manufatti...
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