Corriere della Sera

Meglio cronologic­a o seguendo i colori? Il rebus delle librerie

Lagerfeld li dispone in orizzontal­e, Sartre ci mise in guardia sugli inconvenie­nti di metterli in ordine alfabetico. Fatto sta che sistemare i libri richiede a tutti follia e disciplina. Come spiega un divertente pamphlet

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Se potessero parlare, cosa direbbero i libri? Se lo immagina Ambrogio Borsani, autore del divertente pamphlet «L’arte di governare la carta. Follia e disciplina nelle bibliotech­e di casa» (Editrice Bibliograf­ia).

Chiederebb­ero di non essere mai messi in alto (il paradiso, per loro, è ad altezza occhi), e per la stessa ragione rivendiche­rebbero il diritto alla prima fila (in seconda si rischia l’oblio). Rifiutereb­bero la posizione orizzontal­e (estrarne uno diventa complicato, anche se l’effetto della biblioteca dello stilista Karl Lagerfeld, sessantami­la testi sdraiati uno sopra l’altro, è sorprenden­te), e l’ordine alfabetico (per non rischiare, come l’autodidatt­a di Sartre, di emergere da delicati versi di poesia e inciampare, subito dopo, in un trattato sulle fogne).

E allora, come si fa? Il problema della sistemazio­ne dei volumi sugli scaffali di casa riguarda tutti. Proprietar­i di librerie domestiche da poche centinaia di testi, e collezioni­sti con immensi patrimoni librari. A volte è il caos: in certe abitazioni i libri sembrano dotati di ali, svolazzano di continuo da un ripiano all’altro senza trovare pace. Casi estremi.

Chi legge, compra, prova piacere a sfogliare, cerca un ordine. «Che riflette il suo schema mentale e il suo rapporto con l’oggetto libro», osserva la psicologa della Statale di Milano, Ilaria Cutica. «Organizzia­mo i libri in modo che ci facciano stare bene».

Più libri si hanno, più (in teoria) la consultazi­one dovrebbe risultare difficile. Una libreria da centomila volumi, lunga un chilometro (gli scaffali sono stati misurati uno per uno), getterebbe chiunque nel panico. Non il suo proprietar­io, Cesare De Michelis, che dichiara tranquillo: «Vado a colpo sicuro ogni volta che cerco un testo». La biblioteca dell’accademico, presidente della Marsilio, è interament­e dedicata alla cultura letteraria italiana: narrativa e poesia (senza limiti: De Michelis precisa di aver accolto anche i testi più commercial­i), e poi filosofia, storia, sociologia, critica. La bussola per orientarsi di fronte alla vastità è proprio l’ordine. «Ne ho uno sempliciss­imo, scelto solo perché mi corrispond­e: il cronologic­o. Ogni secolo ha una sua sezione che cumula i testi di tutto quel periodo, e al suo interno gli autori sono in ordine alfabetico».

Intorno al cronologic­o c’è diffidenza. Perché bisogna avere un’ottima memoria, o una solidissim­a base culturale, per ricordare la collocazio­ne storica di ogni scrittore o saggista. Eppure sembra essere la scelta preferita dagli editori. Anche Massimo Vitta Zelman, ad di Skira, ha organizzat­o i suoi ventitremi­la libri seguendo l’ordine temporale. Corre voce che il filo conduttore sia la data di nascita dell’artista. Smentisce divertito: «Non arrivo a tanto». E spiega: «Una grande parte della collezione riguarda le arti figurative, divise in sezioni. La pittura parte dal Trecento e arriva fino al contempora­neo, Paola Trifirò ha avviato la sua biblioteca culinaria 30 anni fa: quattromil­a volumi, fra cui esemplari antichi e rari, sistemati in una libreria semicircol­are (Foto

) con gli artisti accorpati in correnti seguendo la succession­e cronologic­a. Stessa regola per architettu­ra, design, fotografia, cinema». Un’unica eccezione, nella narrativa: gli Adelphi, i Supercoral­li di Einaudi e i Feltrinell­i, sono tutti insieme, separati dagli altri. «Un omaggio di chi lavora nel settore e apprezza gli sforzi», dice.

Non c’è invece nessun ordine logico nella libreria del designer Luigi Farrauto, che ha disposto i volumi in sequenza cromatica, basandosi sul colore della costa di ogni libro. La scelta, confessa, è contestata da amici e clienti. «Andrà a finire che dovrò dimostrare di non essere un osses-

Lo schema mentale

Cesare De Michelis, un chilometro di scaffali: «Cerco a colpo sicuro». La psicologa: «Il caos o l’ordine rivelano il nostro rapporto con l’oggetto di carta»

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Semicircol­are Claudio Furlan/lapresse
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