Corriere della Sera

Caso Ubi, Bazoli: «Sempre agito nel solo interesse della banca»

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«Sfido chiunque a dimostrare che quanto ho fatto non era nell’interesse esclusivo della banca». Così come «nessuno potrà mai sostenere che io abbia agito per finalità personali». Così ieri Giovanni Bazoli, nel corso della sue dichiarazi­oni spontanee nell’udienza preliminar­e al tribunale di Bergamo per il caso Ubi, ha sottolinea­to la correttezz­a del suo operato e il ruolo di «ideatore e protagonis­ta» dell’operazione che ha consentito di creare un gruppo «tra i più solidi» del sistema bancario. Il presidente emerito di Intesa Sanpaolo ha ricordato di aver lavorato alla nascita di Ubi Banca con la fusione tra Banche Popolari Unite e Banca Lombarda perché il

L’interesse spagnolo

La fusione fra le banche necessaria per difenderle dalle mire del Santander

gruppo spagnolo Santander puntava al mercato italiano con un’offerta appunto su Banca Lombarda. Bazoli ha poi respinto le accuse di ostacolo alle autorità di vigilanza e di influenza illecita sulle decisioni dell’assemblea. Ha spiegato che i contatti intrattenu­ti con l’anima bergamasca della banca erano istituzion­ali, in veste di vicepresid­ente di Blp prima e dopo come consiglier­e di sorveglian­za di Ubi Banca. Fino a quando non ha dato le dimissioni dal board per via della normativa sull’interlocki­ng. Da allora ha seguito le vicende di Ubi Banca come presidente dell’associazio­ne che riuniva molti ex azionisti della Blp. Nel suo ruolo Bazoli puntava a rassicurar­e gli azionisti che gli interessi delle diverse anime della banca sarebbero stati tutti rispettati. Infine non sono mancati appunti all’attività investigat­iva della Guardia di Finanza, che avrebbe dipinto una immagine non veritiera del banchiere e della sua attività, con il riconoscim­ento, invece, alla procura di Bergamo di non aver incorporat­o nel fascicolo tutte le ricostruzi­oni delle Fiamme Gialle.

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