La crisi della famiglia Mulliez pesa su Auchan La svolta dei manager
Utile netto ridotto di oltre la metà nel 2017 a 275 milioni di euro, penalizzato dalle difficoltà dei negozi in Francia, Russia e Italia. Continua l’emorragia di Auchan: il gruppo francese della grande distribuzione ha chiuso i conti del 2017 con ricavi aumentati, al netto delle tasse, dello 0,6% a 53,15 miliardi di euro. Un risultato che tiene conto della plusvalenza sulla vendita di Alinea per 40 milioni, a fronte di una perdita del marchio di decorazione di 21 milioni di euro nel 2016. L’utile operativo corrente prima delle imposte, indicatore importante nel settore della distribuzione, è diminuito del 19,3% a 935 milioni, penalizzato da un margine leggermente più elevato nelle vendite (+0,8%) per coprire l’aumento delle spese.
Che cosa succede al gigante francese, quinto operatore retail al mondo? Per capire il terremoto in corso in Auchan, bisogna partire dalla sostituzione di Vianney Mulliez, nipote del fondatore Gérard Mulliez e uno dei membri della famosa AFM, Association Familiale Mulliez di cui fanno parte 1.300 tra figli, nipoti, cugini e cognati Mullier. Nessuno mai, al di fuori della famiglia, era arrivato ai vertici del gruppo. Poi l’anno scorso, lo strappo che ha portato alle dimissioni di Vianney e all’arrivo di due manager esterni, Regis Degelcke e Patrick Espasa. L’obiettivo ora è rimettere a posto i conti e ridefinire le strategie, al netto della crisi del settore dove a fare la voce grossa sono in questo momento, in alcuni Paesi, i discount. A fine 2017 Auchan ha annunciato un’alleanza strategica con Alibaba, il colosso dell’ecommerce ed Espasa ha lanciato il piano Vision 2025 con restyling dei punti vendita e insegna unica. «I primi risultati delle trasformazioni si rifletteranno nelle cifre del 2019» ha fatto sapere Degelcke, amministratore delegato di Auchan Retail. «Il 2017 è stato il primo anno completo del piano di trasformazione — ha precisato Wilhelm Hubner, general manager di Auchan Retail — ma sono in corso azioni per rimediare alla situazione» ha aggiunto, citando l’accelerazione del passaggio verso il singolo marchio di tutti i punti vendita (finalizzato in Francia entro giugno) e la partnership siglata con Alibaba in Cina.