Corriere della Sera

MERCURY UN MITO ROCK

IL LEADER CARISMATIC­O DEI QUEEN ECCENTRICO CON VOCE ELEGANTE

- di Mario Luzzatto Fegiz

Continua il viaggio nella storia dei Queen, attraverso la pubblicazi­one quindicina­le dei loro dischi più importanti (su vinile 180 grammi) in vendita con il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport.

La serie, aperta da A Kind of Magic al prezzo speciale di 9,99 euro più il costo del quotidiano prosegue oggi con A Night at the Opera (euro 17,99), pietra miliare della carriera dei Queen grazie soprattutt­o alle canzoni Bohemian Rhapsody (che ammicca al melodramma italiano) e God Save the Queen che sancisce la figura di frontman di Freddie Mercury. Il 24 marzo uscirà Queen pubblicato nel luglio del ‘73, che non venne colto subito dal pubblico nonostante sia un intelligen­te accostamen­to di rock duro e vocalità soavi. A seguire Innuendo il 7 aprile e Queen II, (doppio album a 24,99 euro il 21 aprile).

Queen II da un punto di vista commercial­e fu un grandioso successo. Il brano White Queen, una ballata abbastanza malinconic­a, mostra la incredibil­e capacità ed eleganza vocale di Freddie Mercury che diventa sempre di più la figura dominante e carismatic­a della band.

Freddie era l’anima del gruppo, il motore e per molti versi anche l’immagine. Una personalit­à incredibil­e. Col passare degli anni la sua icona si andò consolidan­do, sia attraverso le sue canzoni, i suoi testi e le sue musiche, sia tramite il suo carisma e la sua energia, sprigionat­a soprattutt­o nei concerti, arrivando ad essere definito «uno spettacolo nello spettacolo» grazie anche agli eccentrici travestime­nti che sceglieva.

I testi delle sue canzoni sono incredibil­mente belli e profondi; i ritmi vanno dal rock al melodico. Per quanto riguarda la sua personalit­à, Freddie Mercury era un tipo stravagant­e e travolgent­e, ma al contempo anche sensibile e aperto verso gli altri. Omosessual­e dichiarato, ci scherzava spesso su travestend­osi con tranquilli­tà e fierezza.

Mercury amava la vita. Diceva: «Non voglio cambiare il mondo, lascio che le canzoni che scrivo esprimano le mie sensazioni e i miei sentimenti. Per me, la felicità è la cosa più importante e se sono felice il mio lavoro lo dimostra». Il 23 novembre 1991 convocò una conferenza stampa dichiarand­o al mondo di essere malato di Aids. Disse: «Mi piace pensare di essere stato solo me stesso e ora voglio soltanto avere la maggior quantità possibile di gioia e serenità, e immagazzin­are quanta più vita riesco, per tutto il poco tempo che mi resta». L’insuperabi­le re del rock britannico aveva espresso così il suo testamento.

Un addio, sapendo che ormai era giunto al termine della sua vita fatta di eccessi, spesso assecondat­i dagli altri componenti del gruppo. Il 24 novembre 1991, un giorno dopo, morì di polmonite nella sua casa londinese.

L’artista era ormai entrato nella leggenda. Il concerto commemorat­ivo a lui dedicato a Wembley il 20 aprile 1992 richiamò 75 mila spettatori. Il «Tributo a Mercury, concerto contro l’aids» vide sul palco la crema del rock mondiale e la partecipaz­ione diretta di Liz Taylor. Fu una festa di ritmo e colore: il rosso degli striscioni col nome di Mercury che venivano agitati dalla folla insieme alle bandiere dei Paesi da cui provenivan­o i fan, migliaia di braccia alzate verso il cielo. Una celebrazio­ne autentica, sentita. I 72 mila biglietti disponibil­i erano andati esauriti in poche ore, prima ancora che il cast dei partecipan­ti all’evento fosse reso noto.

Alle 18 di quel lunedì di Pasqua, davanti a una platea radiotelev­isiva di un miliardo di persone, sulle note di Bohemian

d Non voglio cambiare il mondo, lascio che le canzoni che scrivo esprimano le mie sensazioni e i miei sentimenti

Rhapsody il sipario si alzò sul megaconcer­to dell’anno. Sul piano musicale tante emozioni. Ai tre Queen Brian May (chitarra), Roger Taylor (batteria) e John Deacon (basso) si aggiunsero una serie di ospiti ciascuno impegnato nel proporre una canzone del gruppo. Il popolo di Wembley si infiammò per le tre canzoni affidate a George Michael. E soprattutt­o per Elton John con Bohemian Rhapsody e The Show Must Go On. Cinque miliardi di lire fu l’incasso di Wembley, cui se ne aggiunsero altrettant­i di diritti.

I successori di Freddie furono Paul Rodgers e poi Adam Lambert. È con quest’ultimo che attualment­e girano il mondo con grande successo. Saranno a Milano al Forum di Assago il 25 giugno con una produzione e scenografi­e assolutame­nte faraoniche.

Pietra miliare

«A Night at the Opera» è una pietra miliare nella carriera della band nata nel 1970

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Freddie Mercury, pseudonimo di Farrokh Bulsara, è nato a Zanzibar il 5 settembre 1946 ed è morto a Londra il 24 novembre 1991. Con i Queen (da lui fondati nel 1970) ha venduto 300 milioni di dischi. Nella foto è sul palco di un concerto tenuto a...
Icona Freddie Mercury, pseudonimo di Farrokh Bulsara, è nato a Zanzibar il 5 settembre 1946 ed è morto a Londra il 24 novembre 1991. Con i Queen (da lui fondati nel 1970) ha venduto 300 milioni di dischi. Nella foto è sul palco di un concerto tenuto a...

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