Anche Marine Le Pen si affida a Steve Bannon (guardando all’italia)
L’ex consigliere di Trump acclamato dal Front National «La Storia è con noi, movimento sovranista mondiale»
PARIGI Fino al 3 marzo scorso Marine Le Pen restava la grande sconfitta delle presidenziali francesi, perse contro Macron ma soprattutto perse male, con un catastrofico duello tv conclusivo mai dimenticato anche all’interno del suo stesso partito. E fino al 3 marzo Steve Bannon era l’ex capo di Breitbart News e l’ex consigliere caduto in disgrazia di Donald Trump. Era l’uomo che il presidente chiamava ormai «Sloppy Steve» (riferimento all’aspetto trasandato) e teneva alla larga con dichiarazioni senza appello: «Steve Bannon non ha niente a che fare con me o la mia presidenza. Quando è stato licenziato ha perso non solo il lavoro ma anche la testa».
Le elezioni italiane del 4 marzo hanno rivitalizzato entrambi. Quando ieri Steve Bannon nell’eterno giaccone Barbour è salito sul palco del 16° congresso del Front National, a Lille, è stato accolto come un eroe. Tutti in piedi per chi ha contribuito a portare Trump alla Casa Bianca e si sente di nuovo dalla parte giusta della Storia.
«Secondo Marine Le Pen non si può più guardare la politica moderna secondo la tradizionale divisione destra-sinistra. E lo abbiamo visto questa settimana in Italia: due terzi della popolazione ha votato contro l’establishment». Gli applausi lo interrompono. Bannon fa qualche passo con la mano in tasca, soddisfatto, e riprende: «E a Washington il nostro amato presidente Trump comincia a indicare la porta ai globalists (i sostenitori della società aperta, ndr)». Di nuovo interrotto dagli applausi, Bannon torna sull’italia e offre la sua analisi politica: «La Lega e il Movimento Cinque Stelle non sono d’accordo su tutto, il M5S in effetti è un movimento di centrosinistra, ma si sono messi insieme per votare contro la classe politica dominante a Roma e a Bruxelles. Marine Le Pen ha ragione, il punto non è la divisione destra-sinistra, che è un’invenzione dell’establishment e dei media per tenerci lontani dal potere. Il punto è se si considera lo Stato-nazione come un ostacolo da superare o come un gioiello da amare».
Le elezioni in Italia per Bannon dimostrano che esiste un movimento sovranista «più grande della Francia, dell’italia, dell’ungheria e dell’austria. La Storia è dalla nostra parte».
Marine Le Pen non nasconde l’entusiasmo: «Bannon è venuto a parlarci della vittoria di Trump contro una Hillary Clinton che tutti davano già alla Casa Bianca, è venuto a raccontarci della sua tournée in Asia dove ha parlato contro la globalizzazione, e del suo viaggio in Italia, dove i nostri amici della Lega hanno fatto un risultato spettacolare. Siamo felici e onorati».
Nonostante la cacciata da Washington e da Breitbart News, agli occhi di Marine Le Pen e dei militanti frontisti Bannon resta un vincente: le sue idee hanno conquistato la Casa Bianca e si stanno affermando — l’italia ne è la prova — anche in Europa. Lo hanno chiamato qui perché insegni a vincere anche ai sovranisti francesi.
Se Salvini ha rappresentato a lungo la parte debole dell’alleanza Front National-lega, i ruoli oggi sono invertiti ed è lui a dare ossigeno a una Marine Le Pen in difficoltà. Dopo anni di ascesa e sondaggi favorevoli, l’ultima ricerca Kantar Sofres indica che solo il 28% dei francesi attribuiscono al Front National le capacità per partecipare a un governo. Un crollo di 10 punti che riporta Marine Le Pen ai livelli del 2011, quando aveva appena ricevuto il comando del partito dal padre.
Il fondatore Jean-marie Le Pen è tuttora in lite con la figlia — «Ho pietà di lei» —, e non si fa una ragione dell’essere stato escluso dal congresso: «L’invito a Bannon mi pare un po’ paradossale, non esattamente in linea con il processo di normalizzazione del partito». Processo che però continua: oggi Marine Le Pen darà l’addio a «Front National» e annuncerà il nuovo nome (tra le ipotesi «Nazionali» o «Tricolori»). Neppure la nipote Marion Maréchal Le Pen è andata a Lille, ma come candidata alle prossime presidenziali molti pensano a lei.