Pensionati uccisi nel giardino di casa, fermato un muratore
Treviso, il 35enne aveva lavorato per la coppia. Ex tossicodipendente, ha piccoli precedenti penali
CISON DI VALMARINO (TREVISO) In paese lo descrivono come un balordo con un passato scandito da problemi di droga e denunce per piccoli furti e scippi. Per i carabinieri, che l’hanno fermato all’alba di ieri a Mestre con l’accusa di omicidio volontario aggravato plurimo e violazione di domicilio, Sergio Papa, 35 anni, è l’assassino di Loris Nicolasi e Anna Maria Niola, i due anziani uccisi il primo marzo nel cortile della loro abitazione a Cison di Valmarino, in provincia di Treviso.
In attesa dell’interrogatorio di convalida, fissato per domani, ieri in carcere ha scelto di fare scena muta di fronte al sostituto procuratore Davide Romanelli. Ma il suo avvocato, Piergiorgio Oss, respinge la ricostruzione degli investigatori: «È sconvolto. Sapeva delle indagini perché in paese i carabinieri avevano iniziato a fare domande. Ma non immaginava questo epilogo. Purtroppo non riesce a ricostruire dov’era il giorno del delitto: non immaginava di doversi procurare un alibi».
Papa, che vive di lavori saltuari, conosceva i coniugi perché in passato aveva fatto il carpentiere nel vecchio casolare che stavano ristrutturando accanto alla loro casa. È lì, che li avrebbe uccisi. A incastrarlo ci sono le testimonianze dei vicini della coppia, che nei giorni antecedenti al delitto dicono di averlo notato aggirarsi nella zona. Non solo: pare che Anna Maria Niola, 69 anni, già qualche giorno prima di essere uccisa lo avesse allontanato dopo averlo sorpreso nella sua proprietà. L’ipotesi — ancora da dimostrare — è che la donna l’abbia scoperto nuovamente nel cortile e lui, per non finire nei guai, l’avrebbe aggredita, colpendola con un coltello. Poi si sarebbe avventato sul 71enne Nicolasi, accorso per difendere la moglie. Infine l’assassino sarebbe entrato nella casa mettendola a soqquadro, prima di fuggire senza rubare nulla.
Contro di lui, oltre alle testimonianze degli abitanti di Cison, ci sono anche le celle telefoniche della zona che hanno agganciato il telefonino di Papa proprio il giorno del delitto, e le chiamate — intercettate dai carabinieri — che si sono scambiati alcuni familiari dell’uomo.
A Refrontolo, il paese immerso tra i vitigni del Prosecco in cui il presunto assassino risulta abitare con i genitori, in molti lo descrivono come un poco di buono, che una decina d’anni fa aveva compiuto una serie di furtarelli. «Ma non era molto abile: l’hanno fermato subito», raccontano. Un altro arresto, sempre nel 2008, quando per scippare una donna le spezzò un dito. Ma c’è anche chi lo difende: «Sergio era cambiato — dice un’amica —, ultimamente passava il tempo chiuso in camera, davanti al suo computer...».
Per i figli delle vittime, Katiuscia e Eddy Nicolasi, è la notizia più attesa: «Ora siamo più sereni, però vogliamo sapere perché li ha uccisi».