C’
è chi la prende con spirito e si mette a twittare: «Sento una risata glaciale nel buio: ci sono buone possibilità che io venga ucciso stanotte». Altri si dicono spaventati: «Sembrava che qualcuno fosse entrato in casa e stesse ridendo dietro di me mentre lavoravo in cucina». Il malfunzionamento di Alexa, l’assistente vocale di Amazon che a volte ride senza preavviso è un incidente tecnico che negli Stati Uniti è rapidamente divenuto caso paradigmatico: torna la paura delle macchine che si ribellano agli ordini dell’uomo che ha alimentato tanti racconti fantastici di Isaac Asimov.
È l’ossessione della perdita del controllo che l’uomo si porta dietro da sempre, addirittura da un’era pre tecnologica: un’ossessione che non comincia con Hal 9000, il supercomputer di bordo dell’astronave di 2001: Odissea nello spazio impegnato in un duello mortale con gli astronauti che vogliono disattivarlo, ma comincia molto prima. Addirittura all’inizio dell’ottocento quando Mary Shelley inventa il mostro di Frankenstein.
Il timore di una ribellione degli automi o di restare prigionieri della tecnologia ha alimentato innumerevoli racconti, film, serial televisivi, da Terminator agli episodi dello sceneggiato Mr. Robot