Corriere della Sera

«Volevo la tessera pd ma non ci sono riuscito»

- Giuseppe Tripepi, Reggio Calabria

Sono un 62enne e ho sempre seguito la politica senza mai tesserarmi a un partito. Per la prima volta in vita mia ho sentito il forte impulso di tesserarmi al Pd dopo il recente esito elettorale. La decisione aveva uno scopo strumental­e e questo mi ha trattenuto: me la figuravo come una goccia nell’oceano. Quando l’ha fatto il ministro Calenda, me ne sono rallegrato, orgoglioso che l’avesse fatto proprio in questa contingenz­a e ancora di più quando ha reso chiaro che la sua era una scelta programmat­ica e la tessera era pronta a essere strappata se fossero venuti a mancare i motivi del sostegno. Leggendo di Oliviero Toscani che ha fatto la stessa cosa, mi sono sentito in dovere di fare anch’io una scelta pubblica e ho cercato sul web un recapito del partito nella mia città, e mi sono recato all’indirizzo pubblicato sul sito. La sede locale, sprovvista di insegne o segnalazio­ni esterne, presentava il simbolo Pd solo sul campanello. Dopo aver suonato due volte, mi sono allontanat­o e ho chiamato la sede di Roma. Un cordiale centralini­sta al quale ho chiesto informazio­ni per il tesseramen­to, manifestan­do soddisfazi­one, mi ha pregato di attendere in linea per parlare con un responsabi­le. Dopo un paio di minuti una voce registrata mi invitava a riprovare più tardi. Cosa che ho fatto, parlando con la stessa gentile persona che mi ha reindirizz­ato alla stessa attesa dall’identico esito.

Ogni domenica pubblichia­mo il racconto breve — reale o di fantasia — scritto da un lettore

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