La fiera delle novità: poco catalogo (con eccezioni)
In fiera il fenomeno si nota percorrendo gli stand di tutti gli editori: le novità sono tantissime, sia quanto a titoli sia quanto a copie, e hanno compresso lo spazio dedicato al catalogo. Un esempio: da Rizzoli, se cerchiamo Dacia Maraini, troviamo ingenti quantità della novità Tre donne, ma non un titolo storico della stessa autrice come La lunga vita di Marianna Ucrìa, del 1990. Da Feltrinelli troviamo un catalogo più profondo, ad esempio l’intera bibliografia di Pino Cacucci, Stefano Benni, Daniel Pennac o Isabel Allende, autori di punta dell’editore che occupano interi scaffali, a scapito di altri. Lo stesso dicasi per il teatro, che ad esempio da Einaudi riempie una scaffalatura scarsa, o per i classici che ovunque hanno spazi risicati. Non siamo riusciti a trovare un Edipo Re di Sofocle, mentre Leopardi e Shakespeare, mai tramontati, dominano dappertutto i cataloghi rimanenti con Pirandello e i classici scolastici come Italo Calvino. Ma anche i longseller ci sembrano cambiati, trainati dai lettori young adult: meno Agatha Christie, più G.R.R. Martin, di cui sono presenti molti titoli della saga. Con una piccola consolazione, però: se non si trova un libro qui, talvolta alla cassa si ottiene un buono sconto da usare fuori dalla fiera. Uno degli stand più affollati è il Libraccio, che invece punta proprio sul catalogo degli editori: due dei fondatori, Silvio Parodi e Pietro Fiechter, spiegano di aver montato una libreria di 60 mila libri, nuovi, usati o remainder, in scaffali altissimi: qui si trovano cataloghi storici, collane economiche fuori stampa, prime edizioni di Moravia e di Primo Levi, e nelle teche anche album firmati dai Queen e memorabilia di Yoko Ono o Andy Warhol.