«Una tecnologia che ci permette di vedere dove è impossibile arrivare»

Se è vero che i dati sono il nuovo petrolio, è però altrettanto vero che, per trovare il nuovo petrolio, oggi servono i dati. Si spiega in questo modo la scelta di Eni di investire qualche decina di milioni di euro (la cifra esatta non è stata rivelata) nella realizzazione del super computer Hpc4. Il quale servirà ad Eni per trovare, appunto, il petrolio di domani: «Noi — spiega l’ad del cane a sei zampe, Claudio Descalzi (nella foto) — lavoriamo alla cieca, con dati indotti. Questa tecnologia ci permette di vedere dove non è possibile arrivare. Facciamo investimenti che raggiungono anche i 50 milioni di euro su qualcosa che non vediamo: è chiaro che minimizzare l’incertezza diventi strategico». E tra i risultati di questo processo c’è anche la scoperta del giacimento egiziano di Zohr