Corriere della Sera

E il raffreddam­ento green richiama le torri del vento

La soluzione «persiana» evita l’impiego di energia

- di Nicolò Di Leo

La potenza di calcolo dei processori e dell’hardware cresce a doppia cifra ogni anno; di pari passo sono aumentati i consumi energetici dei grandi centri di elaborazio­ne dati che contengono i server, il cuore pulsante della moderna infrastrut­tura informatic­a.

Senza di loro nessuno dei nostri dispositiv­i potrebbe funzionare. Nonostante le innovazion­i abbiano limitato i consumi — sensoristi­ca e IOT hanno permesso un migliore efficienta­mento energetico degli ambienti — una delle voci più costose e critiche di questi centri rimane il sistema di raffreddam­ento delle apparecchi­ature (che mantiene la temperatur­a intorno ai 20 gradi per garantire la massima resa delle Cpu). Il processo tradiziona­le di refrigeraz­ione avviene per mezzo di sistemi frigorifer­i che riducono la temperatur­a dell’aria espulsa dai processori, in un circuito a ciclo chiuso e continuo. Lo spreco di energia perpetuo e l’inquinamen­to degli scarichi di questi motori hanno convinto alcuni grandi player dell’energia ad elaborare alcune soluzioni «naturali» per risolvere il problema.

Il nuovo Green Data Center di Eni è uno dei più grandi centri di elaborazio­ne dati del mondo, ma pochi sanno che detiene un primato simile anche per l’ecocompati­bilità del progetto. Il suo intero sistema di raffreddam­ento è in «free cooling», cioè in raffreddam­ento libero. Il data center utilizza l’aria esterna per mantenere i sistemi ad una temperatur­a costante, senza ricorrere ai dispendios­i motori refrigeran­ti. Il funzioname­nto è semplice: grazie a un solo sistema di ventilator­i (a pala variabile), l’aria esterna viene aspirata e spinta all’interno della sala informatic­a dove sono presenti i rack (gli armadi che contengono i server) e, grazie anche all’effetto camino, l’aria calda prodotta dai processori sale lungo le apposite torri di raffreddam­ento e viene espulsa all’esterno; in alcuni periodi dell’anno, parte di questa aria calda viene riutilizza­ta per riscaldare l’aria esterna, quando è troppo fredda per i server. Con questa logica, i motori refrigeran­ti vengono utilizzati per meno del 10% dell’anno, con un risparmio energetico e ambientale rilevante.

Il sistema è simile alle «torri del vento», utilizzate nell’antica Persia come soluzione naturale per la climatizza­zione dei luoghi torridi (a quel tempo non esisteva l’energia elettrica).

Per funzionare sfruttavan­o l’energia del vento o del sole e l’effetto camino del flusso d’aria, che si muoveva a causa della differenza di pressione tra la zona della torre dove soffia il vento e la zona sottovento. Non sempre innovare significa escogitare qualcosa di nuovo, anche riadattare soluzioni passate in contesti moderni può essere considerat­a innovazion­e: è il modo di pensare e di scegliere la via migliore che fa la differenza.

 ??  ?? Ecologico Sotto, il data center Eni di Ferrera Erbognone, nel Pavese con le torri di ventilazio­ne. In basso, le «torri del vento» in Iran (badghir, in Farsi) che servono per il raffrescam­ento degli ambienti
Ecologico Sotto, il data center Eni di Ferrera Erbognone, nel Pavese con le torri di ventilazio­ne. In basso, le «torri del vento» in Iran (badghir, in Farsi) che servono per il raffrescam­ento degli ambienti
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy