Corriere della Sera

Un’inter da grandi

Partita decisiva per due, Icardi torna a inseguire il gol numero 100 Nerazzurri mai sconfitti negli scontri con le prime Spalletti: «Sotto schiaffo siamo più responsabi­li»

- Guido De Carolis

MILANO Forte con i forti. L’inter delle contraddiz­ioni vive di una certezza: è l’unica delle prime sette in classifica a non aver mai perso uno scontro diretto. È un’inter da grandi, i nerazzurri non si piegano nei big match, sanno anzi interpreta­re le sfide importanti e quella di stasera con il Napoli, davanti ai 60 mila di San Siro, è una partita che può segnare la stagione di entrambe.

Dopo il derby rinviato con il Milan, l’inter è scivolata al quinto posto fuori dalla zona Champions. Il k.o. con la Roma, ha invece lasciato il Napoli con solo un punto di vantaggio sulla Juve (i bianconeri però hanno una gara in meno) e se non vince rischia di essere sorpassato. «Loro arrivano arrabbiati dopo un passo falso, noi dopo qualcuno di più, per cui la nostra rabbia dovrebbe essere superiore», sottolinea Spalletti.

Chi sbaglia paga caro, però l’inter è imbattuta e rognosa con le grandi. Nella classifica degli scontri diretti guida il Napoli con 16 punti in 8 partite, ma la squadra di Sarri ha ceduto con Juve e Roma. L’inter è seconda con 13 punti e una gara in meno, come la Juve, ma a differenza dei bianconeri sconfitti da Lazio e Samp, i nerazzurri non hanno mai perso. «Sentendosi sotto schiaffo i giocatori prendono più responsabi­lità e conoscenza di quel che serve a questi livelli», ammette Spalletti che prima del derby con il Milan aveva aggiunto: «La squadra in questi match fiuta il pericolo e ha più coraggio».

È una prova di carattere per due. Quello dell’inter riemerge quando è senza più alternativ­e. Bisogna poi testare la capacità del Napoli di reggere la pressione della Juventus.

In mezzo andrebbe chiesto ai nerazzurri cos’è accaduto dal Napoli-inter dell’andata a oggi. L’inter uscì dal San Paolo con un punto e qualche rimpianto, era però seconda in classifica a -2 dai partenopei. In un girone il Napoli ha portato il distacco a 18 punti, un abisso. L’involuzion­e della formazione di Spalletti è un cubo di Rubik con le facce mescolate e incompatib­ili. La differenza con il Napoli sta nella qualità degli uomini e del gioco, le diversità non vanno però cercate nelle difese che hanno numeri simili (19 reti subite dai partenopei, 21 dai nerazzurri), il divario è piuttosto tutto nell’attacco: quello di Sarri ha fatto 20 gol in più, 62 contro 42.

Il ritorno di Mauro Icardi, assente da fine gennaio, senza reti da oltre due mesi e a caccia del 100° gol in serie A, potrebbe riaprire il rubinetto dell’ossigeno. Nella settimana delle celebrazio­ni per i 110 anni, Spalletti è assillato da una sola preoccupaz­ione: «Non firmo per il pari. Non possiamo gestire niente, dobbiamo vincere le partite».

Il Napoli si gioca un pezzo di scudetto, l’inter anche di più, perché la qualificaz­ione in Champions indirizza inevitabil­mente il futuro: del tecnico, della società, dei giocatori. Da tre mesi la squadra è spenta, appena due successi in 13 gare (Coppa Italia compresa) e ha ragione Spalletti a ricordare che «mancano 12 partite e solo 5 in casa: non possiamo fare calcoli». E il calendario è durissimo, ma forse per l’inter è un bene.

 ??  ?? Sfida al vertice Miranda, Gagliardin­i e Icardi in un’azione d’attacco, di fronte a Jorginho del Napoli: la gara d’andata al San Paolo finì senza reti (Getty Images)
Sfida al vertice Miranda, Gagliardin­i e Icardi in un’azione d’attacco, di fronte a Jorginho del Napoli: la gara d’andata al San Paolo finì senza reti (Getty Images)

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