Corriere della Sera

Per battere il Genoa e le paure

Gattuso: «La legnata con l’arsenal ci può far crescere». Torna il croato Caracciolo uomo partita Il Verona passa e riapre la lotta per la salvezza

- Arianna Ravelli

gol di Nikola Kalinic in stagione, tutti in campionato: in media segna una volta ogni 421 minuti giocati vittorie consecutiv­e per il Genoa a Marassi contro il Milan in A e senza subire gol. Ultimo «2» nel 2014, 1-2 per i rossoneri

Il Milan che stasera alle 18 sbarca sul campo, prevedibil­mente pesante — per la pioggia e per i precedenti —, del Genoa (dove ha perso le ultime tre partite), avrà due obiettivi. Il primo è ovvio: dimenticar­e l’arsenal, dimostrare a tutti, e soprattutt­o a se stesso, che il passo falso in Europa League non ha minato le certezze costruite sul suolo italico, dove la banda Gattuso nel 2018 non ha mai perso e dove aveva mostrato di aver raggiunto una sua identità. La stessa che contro gli inglesi non è emersa: «Abbiamo giocato al di sotto delle nostre possibilit­à e non solo per la mancanza di esperienza — l’analisi di Rino —. Abbiamo sbagliato il primo tempo, non siamo stati compatti, ma sfilacciat­i. Se giochiamo così, siamo vulnerabil­i. Poi ci siamo fatti gasare troppo dall’ambiente: siamo partiti come kamikaze. Il primo responsabi­le sono io, che non mi sono fatto capire bene. Quando si parla di inesperien­za vale anche per me: è vero che ero un Pulcino di fronte e Wenger».

Sincero nell’autocritic­a, Gattuso esclude problemi di condizione fisica: «Siamo stati meno brillanti, ma abbiamo corso quanto loro, 11 mila mekalinic, tri, contro 11 mila e 200, siamo stati meglio nelle accelerazi­oni. Solo che non siamo riusciti a fare quello che dovevamo. Una giornata storta ci sta, questa legnata ci può fare bene». I primi riscontri a Milanello alla voce «reazione dopo la botta» paiono incoraggia­nti: «Ho visto pochi sorrisi, facce arrabbiate e deluse, com’è giusto perché quando si perde deve bruciare».

C’è poi un secondo obiettivo, solo apparentem­ente secondario: è recuperare Nikola oggi al centro dell’attacco al posto di Cutrone, che sarà la principale novità di formazione (l’altra è la probabile sostituzio­ne di Calabria, acciaccato, con Borini).

L’attaccante croato è fermo a quattro reti, è a secco dal 3 dicembre e fin qui ha bucato solo Udinese, Chievo e Benevento. Davvero troppo poco, non solo rispetto ai bomber più importanti, ma anche rispetto al giocatore che è sempre stato. Il tempo sta per scadere, ma è essenziale restituire Kalinic alla causa. Contro l’arsenal, il Milan ha prodotto un solo tiro nello specchio della porta. Con il Genoa (dove «ci sarà da battagliar­e, ribattere colpo su colpo, stare attenti alle imbucate per Galabinov») bisognerà anche trovare il modo di bucare una squadra molto quadrata e chiusa. Il lavoro di Kalinic nel far salire la squadra non è mai mancato. Quelli che mancano sono i suoi gol. L’occasione è oggi. Vincere significa ripartire e poi giocarsi tutto a Londra, «perché nel calcio ho visto di tutto» (Gattuso). Un altro passo falso significhe­rebbe riaccender­e tutte le sirene di allarmi che si pensava lasciati nel 2017.

d Gattuso Con l’arsenal abbiamo giocato al di sotto delle nostre potenziali­tà Il primo responsabi­le della sconfitta sono io

d Ballardini Il Milan, con Juve e Napoli, è la squadra che ha dato la dimostrazi­one di forza più chiara. Ci serviranno cuore e intensità

VERONA Un gol di Antonio Caracciolo al 7’ della ripresa regala al Verona il derby sul Chievo e permette alla squadra di Pecchia, ora a soli tre punti dai rivali cittadini, di sorpassare per una notte al terzultimo posto il Crotone: la lotta per la salvezza a questo punto è sempre più aperta.

Non è stata una bella partita, condiziona­ta dalla tensione e dalla paura di sbagliare. Il Verona è partito meglio, su ritmi alti, poi il Chievo si è sistemato in campo e ha avuto due mezze occasioni con Meggiorini e Castro. L’episodio decisivo a inizio ripresa: Verde batte male un corner, ma il pallone gli ritorna sui piedi e questa volta l’attaccante non sbaglia a rimettere in mezzo all’area dove è bravissimo Caracciolo a girare con un sinistro incrociato e battere Sorrentino. La reazione del Chievo è debole e il Verona riesce a conservare il prezioso vantaggio. L’hellas adesso spera, il Chievo invece — alla decima sconfitta nelle ultime tredici gare di campionato— è sempre più invischiat­o nella lotta per non retroceder­e.

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(Getty Images) Redivivo Nikola Kalinic, 30 anni, croato, primo anno al Milan

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