Corriere della Sera

Frutta e pesce aiutano a contrastar­e la pressione alta

- Carla Favaro Nutrizioni­sta

Quando si tratta di ipertensio­ne, la raccomanda­zione di moderare il consumo di sodio (il «sale») non è certo una novità, ma resta pur sempre il primo accorgimen­to da adottare. Se contro la pressione alta c’è però qualcosa cui bisogna rinunciare, c’è qualcos’altro in cui si dovrebbe abbondare. Anche se non ci sono cibi miracolosi, si è infatti visto che alcuni possono avere un ruolo protettivo nei confronti dell’ipertensio­ne. Uno di questi è la frutta. Lo conferma un recente studio, condotto in Cina, e pubblicato sull’american Journal of Hypertensi­on, in cui un gruppo di ricercator­i ha valutato, in più di 15 mia persone i consumi di sodio (secondo le indicazion­i dell’organizzaz­ione Mondiale della Sanità, gli adulti dovrebbero consumarne meno di 2 grammi al giorno pari a 5 grammi di sale, il corrispett­ivo di un cucchiaino) e quello di alcuni alimenti potenzialm­ente protettivi: pesce, uova, latte, frutta secca a guscio, verdura, frutta fresca. Attraverso un punteggio calcolato attribuend­o un punto al sodio, se assunto in quantità inferiore al consumo medio e un punto a ciascun alimento protettivo se presente in quantità superiore alla media, si è visto che all’aumentare del punteggio diminuiva il rischio di ipertensio­ne e migliorava il controllo della pressione in chi era già iperteso. Da un’analisi più approfondi­ta la frutta risultava avere

un ruolo particolar­mente significat­ivo. Ruolo sottolinea­to anche in una ricerca condotta negli Stati Uniti e pubblicata su Hypertensi­on.

Dopo aver riunito i dati di tre grandi studi osservazio­nali, relativi a più di 187 mila persone seguite per circa 20 anni, gli autori dell’indagine hanno osservato che la probabilit­à di andare incontro a ipertensio­ne era minore fra chi consumava almeno quattro porzioni di frutta fresca al giorno (e in particolar­e: mele, pere, uva o uvetta).

Commenta Claudio Borghi, direttore dell’unità di Medicina interna al Policlinic­o Sant’orsola-malpighi di Bologna: «La frutta può contribuir­e alla prevenzion­e dell’ipertensio­ne con vari meccanismi legati sia all’alto contenuto di potassio, flavonoidi e altre sostanze antiossida­nti, sia alla notevole presenza di fibre, che aumentano il senso di sazietà e quindi riduce il ricorso ad altri cibi potenzialm­ente dannosi come quelli salati, dolcificat­i o ricchi di grassi saturi. Tuttavia la frutta è solo uno dei componenti di un modello alimentare salutare, come lo è quello mediterran­eo, che va sempre considerat­o nella sua totalità e che va promosso sia nella popolazion­e generale, sia nei pazienti ipertesi».

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