Corriere della Sera

«Non sarò premier a tutti i costi Le Camere ai partiti vincitori»

Salvini: ma il Def conta di più, scriviamo noi la manovra per la coalizione

- Marco Cremonesi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Al salone che gli tributa la standing ovation, Matteo Salvini fa la sua promessa solenne: «Farò di tutto per rispettare il mandato ricevuto dagli italiani, che è quello di fare il presidente del Consiglio». Però, attenzione: «Non sto smaniando per diventare premier. Se lo farò, sarà senza scendere a patti, senza pateracchi o minestroni. Soprattutt­o, senza rinnegare la nostra bibbia, che è il programma».

Resta il problema di costruire una maggioranz­a in grado di governare. Secondo il leader leghista, che parla alla scuola di Formazione politica di Armando Siri, «più che all’elezione dei presidenti di Camera e Senato, bisogna guardare a quello che arriva tra un mesetto». Anche se alle presidenze qualche parola la dedica: «Sarebbe una follia fare il contrario di quello che gli italiani hanno scelto la settimana scorsa. Ci sono due forze politiche che hanno vinto le elezioni, non penso che sia tanto difficile intuire con chi si ragiona». E cioè, il M5S. Casomai Forza Italia puntasse a una delle Camere in consideraz­ione del fatto che la Lega esprime il candidato premier.

Ma che cosa arriva tra un mesetto? Il riferiment­o è al Def, «la nostra prima manovra, che sarà basata sul principio: meno tasse per tutti gli italiani, più lavoro». Perché chi «pensa ad aumentare l’iva in un momento di crisi, o è cretino o è in malafede, o tutte e due le cose». Di nuovo, Salvini aggiunge che «sarebbe un’opera di giustizia e trasparenz­a cancellare le sette accise sulla benzina al primo Consiglio dei ministri».

Ma il Def lo fanno i governi. Quello di Salvini può essere un modo per dire che ciò che conta è guidare l’esecutivo. Anche perché i tempi di presentazi­one del prossimo potrebbero essere diversi rispetto a quelli della formazione di nuovi governi. In ogni caso, conferma Salvini, la Lega sta mettendo a punto una manovra «con flat tax e abolizione della Fornero. La stiamo scrivendo noi ed entro pochi giorni la presentere­mo a tutti». Al lavoro sono Alberto Bagnai, Claudio Borghi e Armando Siri. Poi, si parlerà «con tutti gli altri», ma prima con Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. Secondo Salvini il summit sarà probabilme­nte a Roma e arriverà «in settimana». Non nei primi giorni: «Vado a Strasburgo per l’ultima volta, adesso sono un senatore della Calabria, dove tornerò presto: tra l’altro adoro il peperoncin­o e la ’nduja».

Il piatto del programma sarà da speziare con una posizione

Il consiglio federale Oggi il summit che apre il nuovo tesseramen­to E dove forse ci saranno alcune espulsioni

d Farò di tutto per guidare il governo Ma senza smaniare: non sono disponibil­e a scendere a patti o a minestroni

d

A giorni il vertice con gli alleati Prima vado per l’ultima volta a Strasburgo, ora sono un senatore della Calabria

sull’europa: «A Bruxelles. speravano in un bel governo di larghe intese, quello in cui la manovra economica la fanno lì, la mandano via fax e a Roma c’è un ventriloqu­o che dice signorsì». Ma la misura del successo di un governo Salvini non sarà «il rapporto deficitpil, ma le culle che tornano a riempirsi». Salvini cita Galileo: «Fu costretto ad abiurare per aver detto che la Terra girava intorno al Sole. Mi viene in mente Mario Draghi quando dice che l’euro è irreversib­ile...». Insomma, i toni restano secchi. Mentre il fronte sovranista si compatta. Proprio mentre Salvini parla a Milano, a Lille Marine Le Pen strappa il primo applauso alla sua platea congressua­le: «Matteo approfitto per salutarti e farti i compliment­i da parte di tutti noi».

Salvini conclude dicendo di essere contento «di aver smentito quei gufi da salotto che dicevano che la scelta nazionale della Lega ci avrebbe penalizzat­o al Nord: non abbiamo mai preso così tanta fiducia e consenso». I congressi per abbandonar­e il nordismo? «Interessan­o solo a tre giornalist­i, ma li faremo». Anche se in Lega l’attenzione sul consiglio federale di oggi è alta: sono attese novità significat­ive come il via al tesseramen­to della «Lega per Salvini premier», forse il commissari­amento di parecchie segreterie provincial­i e magari qualche espulsione.

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(Agf) Alla scuola della Lega Il leader Matteo Salvini, 45 anni, ieri a Milano

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