Noi antiquari e la svolta low cost
Pendola Luigi XV Valutata 2.600 euro venduta all’asta da Dorotheum a 1.000
Via l’antico, avanti il nuovo: a Milano come a New York, a Roma come a Londra i prezzi dei mobili antichi, degli arredi e in generale dell’arte sette-ottocentesca sono crollati, ma proprio questo momento — per chi ha gusto e coraggio — può essere quello giusto per aggiudicarsi, a poche centinaia o migliaia di euro, pezzi di valore che domani torneranno di moda e che costituiranno un ottimo investimento.
Ad occuparsi di quello che sembra essere il punto più basso di una crisi che continua da oltre dieci anni è il New York Times, che in un lungo articolo How Low Will Market for Antiques Actually Go? si chiede fino a che punto potrà spingersi la crisi, che ha portato nomi blasonati dell’antiquariato della Grande Mela a chiudere i battenti o a riconvertirsi velocemente a modernariato e design. Il NY Times, foto alla mano, porta una serie di esempi illuminanti: 8 sedie in stile Giorgio III che nel 2002 erano state vendute per 8.000 dollari ora vanno via per 350 dollari. Una bella libreria in stile inglese Regency che nel 2003 valeva 9.500 dollari ora ne vale 1.300. L’esperto
Oggi molti preferiscono il moderno. Ma sono cicli e l’antico manterrà sempre il proprio valore Cambiati i gusti e le esigenze abitative: prezzi in calo, se non per l’alta qualità «Ma è questo il momento degli affari» per la casa si preferisce il moderno. Ma è totalmente sbagliato svalutare l’antico: il gusto e il mercato seguono andamenti ciclici. E le cose di qualità avranno sempre valore». Non è un caso che chi ha intuito oggi compra. «Grandi Chi sono Rossella Colombari (foto grande), Guido Wannenes, in alto, e Fabrizio Moretti mercanti d’arte come Gian Enzo Sperone, che pure amano l’arte contemporanea, oggi fanno incetta a poco di bei pezzi d’epoca e magari li ripropongono in Svizzera o a New York», prosegue Moretti. Gli fa eco da Milano Serena Di Palma, art advisor per importanti collezionisti e relazioni esterne di Wopart Fair Lugano. «Il vento è cambiato: c’è il rischio che un Canaletto non trovi un compratore. La speculazione punta troppo sull’arte contemporanea».
Da Parma, dove si è appena chiuso il Mercanteinfiera (oltre 1.000 espositori, 50.000 visitatori), la brand manager della rassegna, Ilaria Dazzi, spiega: «Oltre ai gusti cambiano gli spazi abitativi e i budget delle persone. E i mass media influenzano il gusto dei 30-40enni. Per contro vediamo arrivare dagli Usa buyer che cercano il modernariato e il design italiano, oppure i russi che vogliono i pezzi più validi del nostro antiquariato».
Secondo la galleria Wannenes Art Auctions (Genova, Milano e Roma) la sproporzione tra antico e contemporaneo (a favore di quest’ultimo) è una bolla che sta per scoppiare: «L’antiquariato è tutt’altro che
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La casa d’aste Comprare pezzi molto importanti adesso è un investimento e ci sono cose belle a prezzi Ikea