Corriere della Sera

Il Milan ci crede fino all’ultimo Fa bene, perché ci pensa André Silva

Lapadula è inutile Al 94’ il colpo di testa vincente che doma il Genoa e vale tre punti d’oro

- A. rav. DALLA NOSTRA INVIATA Genoa Milan 0 1 Arianna Ravelli Stefano Agresti

7 Perin Sicuro sull’ordinaria amministra­zione, miracoloso su Kalinic.

6 Biraschi In difficoltà all’inizio, poi risale. Ripresa più guardinga.

6,5 Spolli Una partita buona a controllar­e Kalinic, che gli sfugge una sola volta. Pericoloso su angolo, regge lo sforzo offensivo del Milan.

5 Zukanovic Suso è un cliente pericoloso, lui lo limita, solo che si perde André Silva sul gol. Grave l’errore a porta spalancata che grazia Donnarumma.

6,5 Lazovic Tanta corsa, a volte con costrutto, a volte meno, ma sempre continua.

5,5 Rigoni In difficoltà contro la ragnatela rossonera, segna il gol dell’illusione ma era in fuorigioco.

6 Bertolacci L’unico con un minimo di senso geometrico nel Genoa. A giugno tornerà al Milan.

5,5 Hiljemark Fa fatica a contrastar­e il gioco del Milan.

7 Laxalt Una spina nel fianco della difesa. Ara la sua fascia, travolgend­o chiunque gli si pari davanti.

5,5 Galabinov Tiene su la squadra con il fisico, ma combina poco.

6 Pandev Aria di derby, prova ad inventare qualcosa.

5 Omeonga Impalpabil­e, anche se entra quando il Milan forza.

5 Lapadula Si vede una sola volta nell’area, ma gira alto di testa.

6 Ballardini Il suo Genoa è così, prendere o lasciare. Chiuso, chiusissim­o, fa giocare male gli avversari, ma nel finale si abbassa troppo e paga pegno. vittorie di fila per il Milan in campionato: non succedeva dal 2014 I rossoneri sono imbattuti da nove match gol subìti dai rossoneri nel 2018 a conferma di una grande solidità difensiva: meglio ha fatto solo la Juve (0)

Doveva essere la partita di Nikola Kalinic, tornato titolare per rilanciare le sue quotazioni (non segna dal 3 dicembre) e rimediare alla sterilità offensiva, punto dolente delle prestazion­i del Milan (anche le migliori), è stata quella di André Silva, il ragazzo che quasi tutti avevano smesso di aspettare, rimandando rassegnati alla prossima stagione la sua esplosione. Il croato in avvio si fa parare da Perin la migliore occasione della partita, tirando di prima intenzione un pallone recapitato da Rodriguez, e invece il portoghese, all’ultimo secondo, quando lo 0-0 sembra ormai già scritto sui tabellini, inzucca perfettame­nte l’assist di Suso. Sono 3 punti fondamenta­li. Per rilanciars­i dopo la lezione ricevuta dall’arsenal (non a caso Rino Gattuso aveva ammesso di temere la trasferta contro il Genoa per il possibile contraccol­po psicologic­o: i suoi non si sono depressi) e per accorciare la classifica che, sempre Gattuso, ora definisce «bellina»: il Milan riesce a staccare la Sampdoria e si ritrova sesto da solo. Se poi i 3 punti di ieri dovessero rivelarsi decisivi per un posto in Champions, ecco che anche André Silva, costato ben 38 milioni, potrebbe dire di essere valso l’investimen­to.

Certo, quando si torna a parlare italiano, è tutto più facile. Il Milan conquista la quarta vittoria di fila (non succedeva da aprile 2014), il nono risultato utile in A (non succedeva da febbraio 2016), e non prende gol da quattro gare (non succedeva da marzo 2013). Ha avuto fortuna, certo, ma ci ha anche creduto di più, e decisiva si è rivelata la mossa di Gattuso di osare inserendo le due punte (prima Cutrone per Kalinic, poi anche Silva). Il Genoa di Ballardini aveva azzeccato Primo

Ultima palla della partita, André Silva segna di testa il suo primo gol in campionato. Una rete pesantissi­ma per il Milan e per il portoghese (Lapresse) la partita: chiuso, compatto, aveva lasciato al Milan il dominio del gioco per sfruttare le sponde di Galabinov e poi provare a imbucarsi con le corse di Laxalt (che di fronte si è trovato il non terzino Borini). Ha avuto anche le sue occasioni: nel primo tempo Galabinov non arriva di un niente sul cross del solito Laxalt. Il Milan, come spesso accade a chi incontra la squadra di Ballardini, non gioca granché bene, cerca di produrre qualcosa dalle parti di Rodriguez, Calhanoglu e Bonaventur­a, mentre Suso resta ai margini come già con l’arsenal. Anche squadre più attrezzate, a Marassi, non si ritagliano mille occasioni: quelle che capitano vanno concretizz­ate. Ma al Milan manca sempre una goccia di veleno o una mira precisa. Nel finale di tempo un gol di Bonaventur­a, su sviluppo di calcio d’angolo, e dopo tocco di Kessie, viene annullato per fuorigioco. L’arbitro Fabbri vede, la Var conferma. È una decisione tutta della Var invece quando, a inizio ripresa, viene annullato, sempre per fuorigioco, anche il gol di Rigoni. Il secondo tempo è più vivo: il Genoa ha un’occasione d’oro che Zukanovic si mangia davanti a Gigio, ma è il Milan con il passare dei minuti che schiaccia sull’accelerato­re, a dimostrazi­one che aveva ragione Gattuso a dire che contro l’arsenal non era stato un problema di condizione fisica. Le due punte costringon­o il Genoa ad abbassarsi troppo, Suso si sveglia e comincia a fornire spunti interessan­ti, fino a trovare il colpo di André Silva. Ora la banda Gattuso può partire leggera per Londra. Hai visto mai. non fischia, non va a vedere la Var, ammonisce il laziale per proteste. Nella ripresa, sul risultato di parità (autorete di Ceppitelli), Luiz Felipe stende Pavoletti. Anche qui Guida lascia correre, poi però il Var lo richiama: l’arbitro cambia idea e concede il rigore (Barella trasforma). Immobile non la digerisce: «Quello su di me è il rigore più netto che ho subìto da quando gioco. Perché, se devono fischiare a nostro favore, gli arbitri non vanno mai a vedere la Var?».

Resta il fatto che la Lazio non è brillante come nella prima parte di stagione: tiene palla ma crea poco. Il Cagliari difende con ordine. Nel finale Inzaghi mette dentro tutto il talento che può: Milinkovic­savic, Felipe Anderson, Nani. Ma per non perdere serve la magia di Immobile.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy