Corriere della Sera

Anche gli anziani vincono...»

Biaggi: «Io conquistai un titolo a 41 anni, può farcela pure lui» Yates scatta sul muro di Scarponi Kwiatkowsk­i nuovo leader

- Alessandro Pasini Marco Bonarrigo

Max Biaggi dice di «non sapere ancora leggere il futuro». Sul presente però ha molte certezze: «Dopo avere visto la morte in faccia nell’incidente di un anno fa ho capito di dovere resettare la mia vita. E la scomparsa ieri del mio vecchio avversario Ralf Waldmann a soli 51 anni me lo conferma: basta apparenza, gossip inutili, cose e persone superflue. Fisicament­e sono di nuovo quello di prima e sento di avere ricevuto in dono una seconda chance: non voglio sprecarla, voglio pensare solo alla mia famiglia».

Vuole dire che non tornerà più in moto?

«Per ora non ne ho sentito il bisogno. Certo, era inverno. Magari in qualche bella giornata di primavera chissà...».

Anche se non legge il futuro, provi a immaginare il Mondiale Motogp 2018.

«Sarà sicurament­e bello e equilibrat­o, con due moto su tutte: la Honda, che mi pare più forte del 2017, e la Ducati, che non ho mai visto fare test così positivi».

La Honda ancora più forte non è una buona notizia per gli avversari di Marquez.

«Già. Marc ormai è a livelli incredibil­i: può cascare 10 volte in un weekend e vincere con la moto integra. A volte sembra che sfidi il destino».

Cerca la caduta proprio per scoprire il limite...

«E con uno sforzo fisico pazzesco. Il rischio è che alla lunga si logori, ma per ora mi pare freschissi­mo».

Dovizioso è stato la grande storia del 2017.

«Dopo tanti anni sulla Ducati se lo meritava. Credo abbia tirato fuori una parte di coraggio e talento che neanche lui sapeva di avere».

Si ripeterà?

«Sì, e lotterà per il titolo. Anche perché la Ducati sembra avere trovato la base tecnica buona per tutti i circuiti».

Il suo amico Lorenzo invece fatica ancora.

«L’ho sentito l’altro giorno: in Qatar può fare bene, ma la stagione resta un’incognita».

Gli consiglia di restare alla Ducati?

«Fossi in lui aspetterei a decidere dopo 6-7 gare. I matrimoni si fanno in due».

Chi è indietro pare Yamaha. la

«Già, soprattutt­o Viñales. Ma forse si nascondono...».

Il suo ex nemico Valentino invece come lo vede?

«Come sempre: un pretendent­e al titolo. Viene dal suo anno peggiore in Yamaha, è vero, ma se parte bene prende il turbo. Quando non sei più un ragazzino, partire col piede giusto è iper motivante».

Ha detto che correrà fino a 41 anni. Lei a quell’età ha vinto un Mondiale Superbike. Dunque si può fare.

«Certo che si può. Essere negli anta in moto non è un problema mentale. Finché corri, non guardi il presente per quello che è, sei sempre già alla curva dopo. L’incognita è il fisico. Reggerà o no?».

E la tendenza a ridurre il rischio non è un problema?

«Beh, certo da “anziano” non vai più dentro deciso come a 20 anni. Esperienza è non prenderti rischi inutili».

La sorpresa chi sarà?

«Mi gioco Zarco. In Qatar non mi stupirei di vederlo vincere. E poi mi incuriosis­ce Morbidelli: lo vedo sicuro, e poi è mezzo romano…».

d L‘incognita per Vale non sarà la testa, ma il fisico Se regge... Dopo la paura io sto bene, però non so se tornerò in moto

E la sua gloriosa Aprilia?

«Ha chance di podio in qualche pista favorevole. Ne sarei molto felice».

Chi è il pilota più biaggiano della Motogp?

«Lorenzo si sa: da sempre si ispira a me. Poi direi proprio Zarco: le sue entrate dure non mi appartenev­ano per niente, ma il modo in cui raggia le curve e fa scorrere la moto lo trovo simile al mio».

Si dice che la Motogp non sia mai stata di livello tanto alto. Concorda?

«Come fu per la 500 negli anni 90 l’evoluzione tecnica è arrivata quasi al limite e trovare una moto che svetti è ormai impossibil­e. Questo “plafonamen­to” alza sicurament­e l’equilibrio e lo spettacolo».

Il suo Max Racing Team è rimasto fuori dal Motomondia­le. Deluso?

«Ma no. Quest’anno faremo il campionato spagnolo. Ho un pilota italiano, Davide Pizzoli, e uno spagnolo, Marc Garcia, in cui credo molto. Nel 2019 sbarcherem­o in Moto3 nel Motomondia­le».

E in Motogp entrerà mai?

«Oggi è un’ipotesi lontana anni luce. Ma io sto bene così: lavorare con i giovani è bellissimo. Vedi in loro purezza e ingenuità, mi ricordano me quando cominciavo. Resettare la propria vita, forse, vuole dire anche questo: provare a ritornare giovani».

Volevano vincere tutti per Michele. Il suo compagno di squadra Dario Cataldo, partito da lontano. Il suo amico Peter Sagan, che ci ha provato nel finale ma senza le gambe dei giorni migliori. Alla fine la 5ª tappa della Tirrenoadr­iatico, che ricordava Michele Scarponi nella sua Filottrano, se l’è presa Adam Yates con un allungo sul muro finale. «Senza la caduta nella 2ª tappa — ha detto l’inglese, il cui fratello Simon sabato ha vinto alla Parigi-nizza — ora lotterei per la vittoria finale». Sagan (2°) ha regolato il gruppetto degli inseguitor­i, Kwiatkowsk­i (3°) strappato di nuovo la maglia di leader a Caruso, che adesso lo insegue a 3” in classifica. La Tirreno non si deciderà oggi a Fano (frazione da sprinter) ma domani a San Benedetto del Tronto, nella breve (10 km) crono conclusiva. In gioco oltre ai leader, consideran­do le loro qualità contro il tempo, sembrano soprattutt­o Thomas (4° a 29”) e Uran (5° a 34”). Ieri tra i big è uscito di scena Froome (foratura), si è

La Motogp è arrivata a un livello altissimo. Marquez è super, sembra sfidare il destino. Dovizioso? È pronto per il titolo

difeso Nibali, ha un po’ pagato Aru. Ma la Castelraim­ondo-filottrano è stata prima di tutto la tappa di Scarponi, onorato e ricordato con migliaia di foto e bandiere celestino Astana. La moglie Anna, emozionati­ssima, ha premiato i vincitori sul palco, il fratello Marco ha rilanciato la sua campagna a favore della sicurezza stradale. Il grande ciclismo tornerà a Filottrano, transitand­o su quello che ormai è il «muro Scarponi», il prossimo 16 maggio con il Giro d’italia.

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(Epa) Nove titoli Valentino Rossi, 39 anni, correrà nel 2018 la sua 23ª stagione nel Motomondia­le
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Leader Michal Kwiatkowsk­i (Ansa)
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