Lascia l’unica leader d’africa
Mauritius festeggia i cinquant’anni con il botto: le dimissioni di Ameenah Gurib-fakim, dal 2015 prima musulmana a ricoprire la carica di presidente sull’isola (1,3 milioni di abitanti a maggioranza indù) e al momento unica donna leader d’africa. Mezzo secolo di storia: il 12 marzo del 1968 l’ex colonia francese passata nel 1814 agli inglesi ottenne l’indipendenza. Meta turistica e centro finanziario, Mauritius è uno dei paradisi fiscali citati nei Panama Papers. Dalle sue banche sono transitati miliardi provenienti dall’angola. Ed è proprio in salsa angolana lo scandalo scoperchiato da un giornale locale (segno di libertà di stampa): negli ultimi tre anni Gurib-fakim, scienziata prestata alla politica, ha speso migliaia di euro in abiti e soggiorni di lusso (anche a Roma) pagati con una carta di credito messa a disposizione da Planet Earth Institute (Pei) di cui lei stessa era stata in precedenza presidente onoraria. Sulla «signora delle piante» (in passato abbinava l’attività accademica con l’impegno in un’azienda di eco-cosmetici) aleggia un grave sospetto legato a uno dei responsabili della Pei, l’imprenditore angolano Alvaro Sobrinho, che recentemente ha ricevuto il via libera per fondare una banca a Mauritius. La carta in omaggio è servita ad agevolare l’affare? La presidente ha accettato di farsi da parte, pur negando di aver commesso atti illegali. Una lezione per quei Paesi dove la corruzione è endemica e i leader inamovibili.