Corriere della Sera

Un piano da 800 milioni, la Borsa premia Saras

Balzo dell’utile del 23%. I titoli del gruppo Moratti in rialzo del 7,7% in Piazza Affari

- Francesca Basso

È il primo piano industrial­e di Saras senza Gianmarco Moratti. Il fratello Massimo ne ha ricordato «la grande passione e dedizione» e l’intenzione di «proseguire nel percorso di crescita e prosperità che lui aveva tracciato». Il piano al 2021 prevede investimen­ti per 800 milioni di euro con «l’obiettivo di conservare una posizione di leadership nel settore della raffinazio­ne anche nel prossimo decennio».

Ieri il board ha anche approvato i conti 2017: Saras ha chiuso l’anno con un risultato netto in crescita del 23% a 240,8 milioni. Il comparable è salito del 39%. Il margine operativo lordo è calato del 21% a 504 milioni. Il dato comparable è cresciuto del 3% a 522,5 milioni. È stato proposto un dividendo di 0,12 euro per azione (0,1 euro nel 2016). Il titolo è stato premiato in Borsa e ha chiuso guadagnand­o il 7,65% a 1,83 euro.

Gli investimen­ti, ha spiegato il ceo Massimo Moratti, saranno focalizzat­i sul mantenimen­to di impianti all’avanguardi­a «anche grazie al contributo dell’innovazion­e tecnologic­a e della digitalizz­azione». Un processo, quello della raffineria 4.0, avviato agli inizi del 2017, che applica i big data alla lavorazion­e del petrolio nell’impianto di Sarroch, una dei più grandi del Mediterran­eo per capacità produttiva: è in grado di lavorare 41 tipi di greggio provenient­i da oltre 30 Paesi. Dalla seconda metà del 2019 entrerà in vigore la regolament­azione sul contenuto di zolfo nei fumi dei motori marini che dal gennaio 2020 dovrà scendere dall’attuale 3,5% allo 0,5%. Un contesto favorevole a chi produce diesel: aumenteran­no i margini di raffinazio­ne per gli impianti ad alta conversion­e come quello di Saras. Il piano individua quattro priorità: il completame­nto del ciclo di investimen­ti avviato nel 2015, l’ottimizzaz­ione della produzione, il consolidam­ento del modello di business basato sulla gestione integrata di tutta la catena, l’ottimizzaz­ione dei costi. Secondo il piano, nel quadrienni­o i flussi di cassa faranno fronte agli investimen­ti, al fabbisogno di capitale circolante, garantiran­no un’adeguata remunerazi­one degli azionisti (dividendi tra il 40% e il 60% dell’utile comparable) e rafforzera­nno la solidità patrimonia­le.

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