L’uccello del malauguru
Ci mancavano le psicosette macrobiotiche. Fino a ieri ne ignoravo colpevolmente l’esistenza, ma una di esse è diventata cronaca giudiziaria e scopro che non le manca proprio nulla per iscriversi al gran ballo del rimbecillimento globale (a cui, a giorni alterni, temo di partecipare anch’io). Il guru che si crede il salvatore dell’umanità. Le diete che si chiamano come lui, un tipico esempio di narcisismo macrobiotico. Gli adepti ridotti a scheletri e costretti a versare al guru le loro sostanze, pena l’umiliazione pubblica per chi si rifiuta. Una bolla di autoreferenzialità priva di dubbi che si alimenta dell’odio verso il Sistema, in questo caso incarnato dai «medici assassini». E ogni volta mi domando come mai un’umanità sempre più cinica si riveli al contempo sempre più credulona. Quasi fossero le due facce della stessa medaglia: il rifiuto di assumersi le responsabilità di una scelta.
A cadere nella rete sono tre categorie di persone. Gli infelici che cercano di dare un senso alla loro infelicità. I disperati che non hanno più niente da perdere (penso ai malati all’ultimo stadio ). E, infine, il gruppo emergente: icomplottis ti paranoici che hanno perso fiducia nell’autorità e non sono disposti a riconoscerle autorevolezza alcuna. Quando nulla è più vero, tutto diventa possibile. Anche credere che le malattie siano un virus iniettato dai poteri forti e che soltanto una dieta a base di piselli sia in grado di debellarle.