Berlusconi dice no: meglio con i dem
L’ex premier agli eletti: «I grillini vanno cacciati». Guerini: appoggio esterno? Noi all’opposizione
ROMA Consapevole che sarà una crisi difficile da risolvere, ma motivatissimo nell’ottenere il risultato: far nascere un governo che abbia una congrua durata, per evitare un nuovo voto pericoloso perché «il M5S potrebbe arrivare al 40% stavolta» e perché FI pagherebbe un dazio altissimo nei confronti soprattutto della Lega.
Silvio Berlusconi parla ai suoi parlamentari riuniti nella sala della Regina e cerca di rassicurarli sul fatto che «un governo ci sarà, ne sono certo», ma la via che indica per raggiungere l’obiettivo è accidentata. Perché dovrebbe passare per una sorta di sostegno esterno del Pd che «appoggia le nostre proposte di legge su tre temi: l’abbassamento delle tasse, il lavoro per i giovani e il controllo dell’immigrazione», e «anche se non è facile è una strada che va percorsa, visto che se non si ha la maggioranza bisogna cercare intese. Salvini e la Meloni non sono favorevoli ad un rapporto col Pd, ma conto di convincerli». In casa Pd si respinge l’offerta: «Mi sembra fantapolitica. La nostra posizione è chiara: siamo all’opposizione come hanno voluto gli elettori» dice il coordinatore della segreteria dem Lorenzo Guerini, aggiungendo che invece per discutere di «regole» se «ci sono le condizioni, noi ci siamo».
Berlusconi sa benissimo che una eventuale alleanza col Pd ad oggi è quasi una parola impronunciabile, ma conta sui tempi lunghi: «Bisogna avere pazienza, perseveranza»,
d Ogni deputato e senatore deve farsi amico un 5 Stelle e cercare di convincerlo a venire con noi Silvio Berlusconi
insiste temendo la tenaglia Salvini-di Maio, che sembrano voler puntare o a un governo alle rispettive condizioni o a un voto a breve. E sa che vanno tenute tutte le porte aperte. Perfino al M5S. Non che mostri in pubblico disponibilità, anzi quasi a voler rispondere a Salvini che occhieggia a Di Maio, dice che per i grillini la porta è aperta «solo per cacciarli». In realtà, è chiaro che bisognerà prestare attenzione anche alle loro mosse, se l’obiettivo è far nascere un governo ad ogni costo. E poi c’è un’altra strada da percorrere, ed è quella della conquista dei parlamentari pentastellati uno per uno, con quella che definisce come la campagna «fatti un amico nel M5S»: ogni deputato e senatore deve «fare amicizia» con un grillino per portarlo «verso di noi», visto che possono servire «responsabili» di qualsiasi colore.
Ma Berlusconi pensa anche a dare segnali a un gruppo parlamentare che sente sul collo il fiato della Lega. E, dopo aver confermato provvisoriamente Romani e Brunetta a presidenti dei senatori e deputati per «gestire le incombenze immediate e le esigenze dei nuovi arrivati», annuncia che stavolta i nuovi capigruppo «verranno votati» e non di fatto nominati da lui. In una logica di rinnovamento e promozione al femminile, in pole position ci sono Anna Maria Bernini per Palazzo Madama e Mariastella Gelmini per Montecitorio.